lunedì 20 ottobre 2008

I can't get no (ta da da) satisfaction (ta da da) !


A dispetto del titolo, oggi volevo parlare di piccole soddisfazioni. O meglio di piccole soddisfazioni e etica del lavoro (intendo il mio lavoro vero, quello per cui mi pagano, perchè il servizio giornaliero gratuito chiamato proditoriamente tirocinio che faccio in clinica mi da soddisfazioni, ma di tutt' altro tipo).
Non sono uno di quelli che crede che il lavoro nobiliti l' uomo a prescindere: voglio dire che se sei ricco di famiglia e nella vita anzichè trovarti un' occupazione (tra l' altro magari uno stupido proforma, che so, addetto al marketing del marchio di una nota casa automobilistica italiana che non è la Innocenti ne l' Alfa ne la Lancia) prendi e ti fai dei viaggi tutto l' anno e ti sputtani alegramente le tue finanze, non è che non ti capisca (anche se, a quel punto, che so produci gruppi musicali emergenti o giovani talenti della pittura, che fai pure bella figura !). Se però devi lavorare, nobilitalo tu il tuo lavoro, prendendoti, appunto, le tue soddisfazioni. Ad esempio:gongolo quando un cliente mi chiede un secondo Long Island Ice Tea dicendomi che il primo era buonissimo (tra l' altro il ciente in questione è un pazzo, essendo il cocktail in quetione una malsana miscela di gin, vodka,rum e triple sec con un goccio di cocacola, zucchero e succo di limone, roba da mandarti alla collina degli alberi pizzuti), oppure quando un cliente (o ancora meglio una cliente) si fa un po di fila in più per farsi quattro chiacchiere proprio con me, o ancora quando impari a prendere le bottigli fra tre dita, farle ruotare sull' indice, tenerle in verticale e rimetterle apposto facendo lo stesso gesto tecnico (credetemi, non è semplice come sembra vedendolo fare). Ma che ci crediate o no la cosa che mi da più soddisfazioni è anche la più stupida di tutte: al locale usiamo bicchieri di plastica, posti in alte colonne di fronte alle postazioni, bene, dosando bene la pressione delle dita alla lunga si riesce a prendere, con un solo movimento, l' esatto numero di bicchieri che ti serve al momento, quando lo faccio (e per un numero maggiore di quattro diventa davvero arduo) mi strappo sempre un sorriso. Ecco, piccole soddisfazioni.

PS: il biondino nella foto non sono io, anche perchè non userei mai il Tanqueray con quella disinvoltura !!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

non so perché ma mi hai commosso (strano vero?!?!?), forse perché ti conosco e so che per te alcune cose sono grandi conquiste, forse perché so che apprezzi non le piccole cose ma quelle che ti fanno sentire bene e che diventano grandi per te, perché ti voglio bene per tutto quello che stai facendo, per come sei, perché hai la grande capacità di comprendere.

Artemisia ha detto...

E' bello il "saper fare".
Ma la scelta dei bicchieri di plastica è per motivi di sicurezza? Scusami, sai, ma il mio fanatismo da ecologistica mi ha fatto subito pensare alla quantità di rifiuti che producete.

Belphagor ha detto...

Sì arte, è per motivi di sicurezza, specie al' open bar, serata in cui può francamente succedere di tutto. Anche a me piange il cuore ogni volta che vedo la mole di sacchi neri che portiamo via ogni sera (devo dire non solo per via del mio ambientalismo, ma anche per via della mia schiena :))

Artemisia ha detto...

Capisco.