Ci sono almeno tre modi per definire la musica dark: un modo tecnico, un modo fenomenologico ed un modo pratico. Il modo tecnico è sicuramente il più preciso, ma anche quello che meno rende l' idea di questo splendido genere musicale: la dark wave si inserisce nel solco della musica post-punk, ovvero la musica di quei gruppi nati dopo la prima ondata punk-77, creati da ragazzi che seguivano i concerti punk, ma erano troppo giovani per essere sul palco (Robert Smith dei Cure ha ad esempio dichiarato che il concerto che ha cambiato la sua vita e lo ha spinto a suonare è stato un concerto dei Sex Pistols), la cui cifra stilistica è tendenzialmente una line up di tre strumenti (chitarra, basso, batteria) con una preponderanza del basso nelle linee melodiche e chitarre tenui, poco o per nulla distorte (per lo meno ai primordi del genere) ed una maggiore attenzione alla melodia di quanto il punk-77 abbia mai avuto. Il modo fenomenologico comporta una riflessione sull' "ideologia" sottostante alla dark wave: il no future del punk, il rifiuto delle convenzioni vi hanno sicuramente un ruolo importante, ma la rabbia rivolta verso l' esterno, verso chiunque ("i wanna destroy passerby" "voglio distruggere i passanti" cantavano i Sex Pistols), si ripiega verso se stessi, la non acettazione, l' essere marginali, passa da un versante sociale ad un versante personale, la rabbia diventa melanconia, la voglia di distruggere diviene voglia di distruggersi (a volte fino alle sue estreme conseguenze come dimostra il suicidio di Ian Curtis, voce e frontman dei Joy Division); accanto a ciò vi è però anche una riscoperta di un versante emotivo, fatto di sentimenti troppo forti per essere controllati e metabolizzati ("Disintegration" si chiama uno dei più fortunati album dei Cure, una disintegrazione dovuta a sentimenti e sansazioni intensisime, che quasi l' Io non può gestire, ascoltare per credere), o fatto di una ricerca di sentimenti che sembrano invece sfuggire costantemente ("Ive got the spirit, but lose the feeling" canta Ian Curtis nel pezzo che apre "Unknown Pleasures" dei suoi Joy Division).
Venendo al modo pratico: andatevi a vedere un concerto dei Cure ! Robert Smith si sarà commercializzato, avrà fatto le sue cappelle (e ne ha fatte), ma la sua voce, i suoi gesti, i suoi testi, la sua musica, lui stesso, resta forse la rappresentazione più fedele dello spirito dark. Robert Smith ha una voce dolcissima e lancinante, assieme malinconica e gioiosa, mi fa sempre venire in mente una giornata nuvolosa, con un po' di pioggia, durante la quale però accade qualcosa di bello; ascoltarlo cantare è come sentire la pioggia che cade fuori dalle finestre, a dicembre, mentre sei sotto al piumone. Dolce e amaro indissolubilmente legati, il ricordarsi una volta di più che per quanto la vita sia a volte difficile c è una ragione per andare avanti, per non andare a fondo, oppure che è bello a volte andarci, a fondo, e di nuovo risalire, magari per scoprire anche solo che per quanto la settimana sia stata dura, "it's friday i' m in love !".
Per comprendere fino in fondo la fascinazione che ho per quest uomo vale forse la pena raccontare come ho "conosciuto" i Cure: era una calda, caldissima notte di un luglio inoltrato, quando ormai non c è Estate Romana che tenga, la città è vuota. Saranno state le tre, impossibile dormire, impossibile pensare, impossibile fare altro che zapping compulsivo e sentirsi come l' unica persona viva al mondo. Finchè su una canale musicale sento tre note, e mi blocco. Ascolto e guardo sempre più rapito. L' uomo nel video canta e suona quello che sento in quel momento, l' uomo nel video sta parlando con me, mi dice che anche lui ha sentito quelle sensazioni, e le ha messe in musica. L' uomo era ovviamente Robert Smith, la canzone era la splendida Lullaby, che qui di seguito vi propongo:
PS:tutta questa sbrodolata perchè sabato sera ho avuto la fortuna di vedere i Cure live a Piazza San Giovanni...che concerto !!
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2 commenti:
bella la canzone, davvero. Un po' inquietante il video....mi sa che se non tolgo le ragnatele da casa, quella sarà la mia fine.
eheheheheh ! Sì, direi di sì ! Occhio agli spiderman !
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