domenica 30 novembre 2008

Day-after



Se c è una buona abitudine che i miei due amici Ale e Luca hanno portato con loro dalle varie trasferte anglosassoni, è quella dei "party".
Voglio dire appunto il party all' "anglosassone", da college; elementi fondamentali:patatine, litrate di birra (e una bottiglia di gin Sapphire Bombay nascosta in freezer per gli ospiti di riguardo), amici ed amiche (possibilmente in parti uguali, onde evitare spiacevoli "sagre della salsiccia").
Ora, non mi posso nascondere dietro ad un dito: a queste feste si beve in allegria, anche perchè conditio sine qua non è quella di potersi fermare a dormire, quindi niente problemi di ritorni etilici et similia, via di bicchieroni di birra, chiacchiere su chiacchiere, un po' di rimorchio quando ci si riesce, centinaia di sigarette, risate che si fanno effettivamente sempre più sciolte, gente in t-shirt con sette gradi Celsius e tutto quello che potete immaginare.
Anche ieri ne abbiamo fatta una, e non dirò di esserci stato, posso dire di esserne reduce, che come un reduce porto ferite e segni, per fortuna non traumatici.
Di queste feste c è un momento che amo particolarmente (no, non è quando Ale con un sorriso a trentasei denti mi mette in mano un bicchiere di Bombay Tonic gelido e perfino con la fettina di limone !): il risveglio. Potrà sembrare assurdo ma è veramente il mio momento preferito. Non sono un tipo mattiniero, ma agli after-party, complice una bocca che sembra un posacenere, il dormire per terra o in tre su un divano, e una vescica gonfia in maniera imbarazzante, sono sempre il primo ad alzarmi (diciamo intorno alle otto). Mi guardo attorno, corpi sparsi un po' ovunque, casino generale, bottiglie ovunque, portacenere stracolmi, un po' di introspezione: mal di testa, stomaco un po' (un po' !?) in subbuglio, occhi che sento gonfi. Al bagno, davanti allo specchio: una faccia da buttare. E sorrido. Anche se la giornata sarà devastante per via dei postumi, se mi devo fermare a pulire tutto quel casino con gli amici che svicolano e non fanno niente, io sorrido. E a volte rido pure.
Anche perchè so. So che se esco a fumare la prima sigaretta, o se vado in cucina a preparare una moka da 115, o se anche solo mi metto a guardare fuori dalla finestra riflettendo sul fatto che bere birra corretta vodka è decisamente un atto sbagliato (!!), dopo dieci minuti uno a caso dei due amici summenzionati (difficilmente entrambi, che i tempi dei "tre moschettieri" purtroppo sono finiti) mi si affiancherà, ci sarà uno scambio di sguardi, un sorriso, un silenzio complice, e poi la ricostruzione delle rispettive serate, le perle che l' altro si è perso, i commenti su "oddio come stiamo male" e peggio stai più ti viene da ridere, uno dei due che comincia a cantare "the worst hangover of ever" degli Offspring, vero must di questi momenti.
Insomma, mentre tutti gli altri dormono, essere i primi ad uscire dalla notte, a riappropriarsi del giorno, sentirsi reduci, "sopravvisuti", perfettamente scemi e saggi nello stesso momento.
Credetemi, è un gran bel momento.
PS:la faccia che vedo allo specchio è questa...

mercoledì 26 novembre 2008

Il piacere della leggerezza...

Come forse alcuni di voi avranno capito sono un pochino pesante:musica impegnata, letture impegnate, arte concettuale e bla bla bla.
Ma ho un risvolto.
Un risvolto assai frivolo: semplicemente adoro l' idiozia musicale, il non prendersi sul serio, il nonsense e la demenzialità. Non ci posso fare niente, quando sento una canzone che fa della demenzialità la sua bandiera mi sciolgo e la amo. Completamente. Solo però se la demenzialità è voluta (per dire, Gigi D' Alessio lo trovo demenziale, ma lui non ha la minima intenzione di esserlo).
Un esmpio fra tutti: del punk non amo la rabbia catartica dei Sex Pistols o il "combat rock" politico dei Clash (anche se alcuni pezzi sono immancabili nelle mie playlist) ma l' allegra idiozia dei Ramones, un gruppo il cui motto era "Gabba gabba hey" (o anche "Hey, oh, let's go!"), e che faceva cover punk-rock di grandi successi anni 50 ("Do you wanna dance" e "Surfing Bird" su tutte)o canzoni dai titoli e testi improbabili come "Sheena is a punk rocker". Insomma un gruppo demenziale (che poi questo fosse il loro modo di essere rivoluzionari, all' epoca, è un altro discorso. Eccone un assaggio:

Tutto questo per dire che io ci ho provato: ho provato a dirmi che è una canzone scema, che i ragazzini idioti la usano come suoneria dei cellulari, che la Ventura (l' odiosa Ventura!!) la usa ad ogni stacchetto a "Quelli che...", che è commercialissima, ma dopo aver visto il video (basso budget ottima resa), le mossette della cantante, e tutto il contorno non posso più negarlo: io adoro la canzone "Pop Porno". Per voi video e testo:



tu sei cattivo con me
perché ti svegli alle tre
per guardare quei film
un pò porno
tu sei cattivo con me
perché mi guardi come se
io fossi un’attrice

porno
porno pop porno pop porno
pop porno porno porno

tu sei cattivo con me
perché ti piace sognare
quei tipi di donna
un pò porno
tu sei cattivo con me
perché mi lasci da sola
e ti guardi quei film
un pò porno

porno pop porno pop porno
pop porno porno porno

ma quando viene sera
tu mi parli d’amore
e guardandomi negli occhi
mi fai sentire davvero
una donna un pò porno.

giovedì 20 novembre 2008

Gigi e Roberto











L' altro ieri sera il TG1 ha dato una notizia della massima importanza, io ne scrivo oggi perchè non solo, essendo cornuto, ci ripenso, ma anche perchè certi semi malefici hanno bisogno di un po' di tempo per mettere germogli.
La notizia era che Gigi D'Alessio ha ammesso ufficialmente (in un intervista al "prestigioso" Vanity Fair) di aver suonato alle feste di matrimonio di noti camorristi. Ma poverino, che doveva fare, quelli lo minacciavano di morte. Povero cocco, come poteva rifiutarsi. Uno gli ha detto espressamente "Se non suoni al mio matrimonio ti taglio la gola". Ovvio che uno non può rifiutarsi.
Anche Roberto Saviano, quando gli hanno detto "smetti di scrivere", ha smesso, no? Quando gli hanno detto "smetti di parlare in pubblico", ha smesso, no ? Quando è arrivato a Napoli un carico di tritolo che aveva praticamente il suo nome sopra ha smesso, no ? NO ?! Ah, NO?!
Ma come ?
Due parole sul simpatico Gigi: lui e Roberto non sono così diversi, entrambi sono due "artisti" (perchè Gomorra è anche un bel libro, inteso come opera d' arte, a mio avviso, ben scritto, voglio dire), solo che hanno scelto due modi un po' diversi di esserlo. Non solo, ma venendo ad altri cantanti, io non credo che nessun boss abbia mai chiesto a Pino Daniele, o a Enzo Avitabile o a Zulu dei 99 Posse di cantare al suo matrimonio. Perchè ?! Perchè (pur non essendo i primi due molto "politicizzati") tutti e tre non sono neanche lontanamente contigui a certi ambienti, non cantano una certa "napoletanità" fatta di guitti, malomme, e ragazze innamorate di questa umanità; sono con la loro opera portatori di valori che, anche implicitamente, sono anti-camorristici.
Quindi Gigi, vaffanculo !
Hai usato quel circuito per farti spingere a Napoli e dintorni, e ora che sei famoso, vieni a piagnucolare che certe cose le hai fatte perchè ti minacciavano di morte.
Lasciatemelo dire in napoletano, è davvero un "omm' e merda"!
PS:tra l' altro non per fare il seguace di Lombroso, ma basta guardare le facce per capire la differenza !

martedì 18 novembre 2008

L' angolo letterario

Cari amici, diciamocelo, dietro ogni blogger si nasconde uno scrittore (frustrato o meno, nel mio caso...). Per questo ho deciso di delziar/mi/ci/vi con qualcosa di quello che scrivo. Niente di speciale, due cose buttate li, da quando avevo 15-16 anni, quindi non aspettatevi grandi temi o altro, ma anzi, robetta bella pesantina da adolescente tormentato (e anche tormentante !). E anche un po' di roba nuova, scritta rubando scampoli di tempo fra un esperimento ed un esame, fra una corsetta ed un film.
Due soli tag: "giovane werter" per i lavori "giovanili" e "ora" per le "opere della maturità" (eheheh). Gli insulti saranno graditi tanto quanto i complimenti.
Tutto questo a
http://rigenerationx-angololetterario.blogspot.com/.
Buon divertimento !
PS:come vedete le velleità artistiche sono di famiglia, vero unodicinque ;) !

lunedì 17 novembre 2008

La Volontà di Potenza


Ma uno:non sa quello che vuole, non vuole davvero ciò che vuole, o non lo vuole abbastanza ?

sabato 15 novembre 2008

Un onda vi sommergerà (e allora perchè non fare il surf ?)


Diciamolo, ho idee non conformi, probabilmente, a molte delle persone in piazza ieri (su meritocrazia, fondi privati nelle università, gestione delle borse di studio), ma la base è la stessa: la ricerca è il futuro, e l' università siamo noi (uno degli slogan più quotati, oltre all' ormai canonico "NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO", era "NOI SIAMO L UNIVERSITA'").
Perchè è questo il nucleo: l' università sono gli studenti, i dottorandi, i ricercatori, gli assegnisti, i professori associati ed ordinari, gli amministrativi. E non vogliamo che le cose ci passino sulla testa. L' università è in crisi, molto va cambiato, una riforma è necessaria, ma non questa riforma, non a queste condizioni, non a questo prezzo. E lo vogliamo far sapere, in tutti i modi possibili, per tutto il tempo che sarà necessario, anche se, purtroppo, temo sarà tutto inutile.
I "baroni" (termine che odio, ma che userò in mancanza di meglio) avranno il loro contentino e noi, per dirla alla francese, la prenderemo nel culo; ma almeno, cari amici, non lo prenderemo in silenzio, ne col sorriso.
O meglio, lo prenderemo ridendo di voi, della vostra cecità, della vostra scempiaggine, con i nostri slogan (a volte eccessivi, a volte di cattivo gusto, ma quante risate !), i nostri striscioni, i nostri cori, la nostra gioventù, la nostra allegria davanti ai vostri palazzi dai quali non mettete fuori il nasino. Arrivati a Montecitorio ci siamo trovati davanti la polizia; niente di personale, ma erano così ridicoli, tutti schierati coi manganelli e gli scudi davanti ad una marea di gente che nella vita tiene il naso sui libri, gli occhi sul microscopio, e sempre e comunque le mani in tasca ! Qualcuno ha cominciato a canticchiare la marcia imperiale di Star Wars, e tutti si sono aggregati, finchè centinaia e centinaia di persone, in quella piccola piazza, hanno contrapposto un sano ed azzeccato umorismo ad un ridicolo sfoggio di forza.
Certo ci sono alcune cose che davvero non capisco: ad esmpio cosa dire alla ragazzetta che non avrà avuto più di vent anni che dal megafono gridava "FASCISTI BORGHESI ANCORA POCHI MESI !", se non che è una povera deficiente ? O quanti sganassoni dare a quei cretini che ancora si ostinano ad andare alle manifestazioni a viso coperto ? Ma questa è un' altra storia.
La parte migliore deve ancora arrivare però: all' altezza di largo Argentina, ricevo una chiamata, ed ecco in un secondo si avvicina vispa come un grillo (dopo aver fatto tutto il corteo !) Artremisia: un vortice di sorrisi, impressioni, consigli, avvertenze, e poi via di nuovo di corsa. Una vera apparizione da corteo ! Hai visto Arte che polizia o non polizia siamo stati bravi e tranquilli, e non è successo niente ! Una grande vittoria ! E un grande piacere vederti, anche di corsa !
Detto ciò (che brutto post che ho scritto ! sarà che mi sto addorementando sulla tastiera !) un piccolo indovinello per voi: nella foto ci sono anche io, indovinate chi sono sapendo che: non sono biondo, non sono basso, non sono donna.
PS:che bello slogan che c' eravamo inventati noi neuropsicologi, peccato che dopo averlo letto, la maggioranza delle persone alzavano lo sguardo e chiedevano "Neuroche !?"

giovedì 13 novembre 2008

Gli amori difficili


Ci sono libri che non potremmo leggere in nessun altro momento che quello in cui li leggiamo, libri che sembra che una "mano invisibile" metta sulla nostra strada (o meglio sul nostro comodino), proprio quando li puoi capire appieno, quando più hanno da dirti, quando servono. E' il caso de "Gli amori difficili", del sempre più amato e benemerito Calvino, che sto leggendo al momento. Una raccolta di racconti che trattano del rapporto tra uomo e donna, e in particolare del profondo nucleo di incomunicabilità che vi può essere tra queste due "specie". Alcuni esempi: c è la storia del soldato in treno, cui si siede vicino una bella signora, e dei suoi tentativi di "concupirla" fatti di sfioramenti, movimenti leggeri, mani che avanzano e poi intimorite indietreggiano, e di tutti i pensieri che il giovane ha durante tutto il tempo che dura questo rituale, o la storia del lettore sulla spiaggia, che si trova quasi costretto a "provarci" con una bella sconosciuta, quasi travolto dal suo ardimento che voleva essere solo teorico e diventa poi fin troppo pratico, quando tutto ciò che lui vorrebbe è soltanto finire il suo romanzo.
Oggi ho avuto un bell' esempio di incomunicabilità (premessa:non cerco conforto, è una semplice esposizione):ieri viene a fare da soggetto per il mio esperimento una ragazza sarda molto carina, combina un macello perchè effettivamente le istruzioni che le avevo dato non erano molto chiare, al che scherzando le chiedo se sarebbe tornata l' indomani (oggi) per rifarlo, lei dice che l' indomani lavora, magari mi fa sapere. Ieri sera ricevo un suo messaggio in cui mi dice che non lavora, che posso chiamarla "anche all' ultimo momento" e sarà felice di venire. Detto fatto oggi la richiamo. Ci incontriamo, io sono sufficientemente brillante, quattro chiacchiere, risate (ma non risate normali, quel tipo di risate fra un uomo ed una donna che suonano quasi forzate), esperimento inframezzato da mille parole. Io alla fine colgo la palla al balzo e le chiedo se, per ricambiare la sua gentilezza, posso offrirle un caffè: al bar, altre chiacchiere, risate, corpi che si sfiorano in maniera casuale, ma sarà davvero casuale ? Insomma tutti quelli che un mio amico economista ed anglofono chiama "indicator of interest". La riaccompagno in facoltà, sale un po' di tensione: come salutarsi ? Il vostro umile (ed immensamente pirla) servo Belphagor non trova niente di meglio da dire che "Va be, magari ci ribecchiamo in facoltà !". Si gira ed esce di scena, avendo l' impressione di aver letto persino un po' di rincrescimento nei suoi occhi (ma qui forse lavoro di fantasia).
Finale: la desolante sensazione di essere sempre troppo simili a se stessi, in certi frangenti, l' idea che mai cambierò (il primo che si azzarda a dire che a ventitre anni si può ancora cambiare gli tiro un sanpietrino telematico), che sempre le mie seghe mentali prevarranno sulla mia voglia di vivere. Tra l' altro, e come potrebbe essere altrimenti, la mia uscita di scena è stata accompagnata da una copiosa pioggia. Il regista, oltre che stronzo, è pure un po' banale !

lunedì 10 novembre 2008

Il sangue dei vincitori



Se mi chiedeste a bruciapelo chi è il mio autore italiano preferito, direi sicuramente Calvino. Amo tutto Calvino, dai lavori giovanili alle tematiche più "seriose" della maturità, adoro il Calvino del "Barone Rampante" tanto quanto quello cervellotico di "Se una notte d' inverno un viaggiatore".
L' altro ieri ho ripreso in mano "Il sentiero dei nidi di ragno", il suo primo romanzo (non solo il primo pubblicato, ma proprio il primo che ha scritto). Per i pochi che non lo sapessero è un romanzo che (non) parla della Resistenza. Scrivo (non) parla perchè, in realtà, il sentiero è la storia di Pin, un bambino (o meglio un discolo) dei carrugi, invecchiato precocemente dall' abbandono dei genitori, dalla sorella prostituta, dalla povertà, dal lavoro, in una parola dalla strada. Quasi per caso Pin si trova in collina con i partigiani, e non con una brigata qualsiasi, ma con la brgata alla quale il comitato assegna gli elementi peggiori, quelli con meno coscienza di classe, o che che creano problemi, o solitari, o banditi che sono saliti in collina solo per sfuggire alla polizia.
Calvino (non oggi ma pochissimi anni dopo il 45), scrive di partigiani brutti, sporchi e se non cattivi quantomeno non angeli, non eroi; guarda un po' Calvino parla di uomini che facevano i partigiani, uomini che combattevano, alcuni assetati di sangue, altri schifati dalla morte, tutti disperati e insieme speranzosi.
Questo testo dovrebbe oggi, oggi che "il sangue dei vinti" sembra cancellare il sangue dei vincitori (che poi vincitori di cosa, a guerra finita, sotterrate le armi, tutti tornati a fare il contadino, il meccanico, l' insegnante, al duro lavoro, ad una vita faticosa come quella di prima, ma almeno libera), essere letto in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, brani dovrebbero essere gridati nelle piazze il 25 aprile, interi paragrafi imparati a memoria e tirati fuori in dibattiti e convegni, tutti saliti sul carro di chi prima e più dice che la resistenza e la post- resistenza hanno avuto lati oscuri.
Certo che li ha avuti, Giampaolo (uno a caso, eh), perchè la resistenza è stata una guerra civile, e come tutte le guerre (e le guerre civili in particolare) ha fatto schifo, ha portato morte, dolore, distruzione, orfani, vedove, figli che hanno abbracciato la terra prima dei loro genitori, odi, rancori, sangue che gridava vendetta; ed ha portato anche approfittatori, agitatori, banditi, ladri.
Ma vedi Giampy (per dire, eh) ci ha portato anche la libertà, ci ha portato anche la democrazia, ci ha portato la Repubblica. E il fatto che alcuni (molti, pochi, quasi tutti ? Tu lo sai Giampaolo ? Lo sai con precisione ?) non pensassero alla democrazia mentre dormivano all' addiaccio, preoccupati per le proprie famiglie rimaste al paese, mentre facevano i turni di guardia per paure delle sortire dei nazifascisti, non pensassero alla democrazia ma ad un regime comunista non svilisce il fatto che anche il loro sangue ("il sangue dei vincitori") è stato versato per avere ciò che ora abbiamo.
Vorrei concludere lasciando la parola a Calvino, ed alla sua prefazione della fine dei 60 al "Sentiero":
"[...]Già nella scelta del tema c' è un ostentazione di spavalderia quasi provocatoria. Contro chi ? Direi che volevo combattere contemporaneamente su due fronti, lanciare una sfida ai detrattori della Resistenza e nello stesso tempo ai sacerdoti d' una resistenza agiografica ed edulcorata.
Primo fronte: a poco più d' un anno dalla Liberazione già la "rispettabilità ben pensante" era in piena riscossa, e approfittava d' ogni aspetto contingente di quell' epoca- gli sbandamenti della gioventù post-bellica, la recrudescenza della delinquenza, la difficoltà di stabilire una nuova legalità - per esclamare "Ecco, noi l' avevamo sempre detto, questi partigiani, tutti così, non ci vengano a parlare di Resistenza, sappiamo bene che razza d' ideali..." [...]"Ebbene[...]non rappresenterò i migliori partigiani,, ma i peggiori possibili[...]anche in chi è stato gettato nella lotta senza un chiaro perchè ha agito una elementare spinta al riscatto umano [...]" [...]La battaglia sul secondo fronte:[...]il pericolo che alla nuova letteratura fosse assegnata una funzione celebrativa e didascalica, era nell' aria: quando scrissi questo libro l' avevo appena avvertito, e già stavo a pelo ritto, a unghie sfoderate contro l' incombenza di una nuova retorica[...]La mia reazione d' allora potrebbe essere enunciata così:"Ah, sì, volete l eroe socialista ? Volete il romanticismo rivoluzionario ? E io vi scrivo una storia di partigiani in cui nessuno è eroe, nessuno ha coscienza di classe[...]"
Ecco, ne eroi ne orchi, ne santi ne peccatori: uomini che combattevano spinti da "una elementare spinta al riscatto umano", quella che non tutti hanno avuto, quella che i fascisti e i nazisti reprimevano, quello che li rende diverse dalle camicie nere e brune che combattevano.
E leggetevi "Il sentiero" !!

I tre volti dell' orrore

Sono sempre stato un appassionato di letteratura e cinematografia horror. Per quanto riguarda la letteratura ho una passione smodata per King, Lovecraft e il più classico dei classici Poe, uno che faceva paura davvero persino quando parlava di un gatto. Per quanto riguarda il cinema ho gusti che si concentrano essenzialmente sull' horror "classico" anni settanta (Argento, Bava, l' Avati de "La casa dalle finestre che ridono", "Amityville Horror", cose così) e sulla "nouvelle vague" (mi perdonino i cinefili per l' uso sconsiderato del termine) anni ottanta, il "teen horror" e le serie infinite (Nightmer, Venerdì 13, Halloween, La Casa...). Ora, in particolare, mi sto risparando l' intera cinematografia di Darione Argento (che, diciamolo, dall' ottanta in poi non è che abbia brillato), e ieri sera casualemente ho beccato su RaiSat il primo Halloween, quello originale di Carpenter, e non ho potuto astenermi dal riguardarlo. E guardando il simpatico Michael Myers, con tanto di maschera bianca e mannaiona in mano, ho pensato che, fondamentalemente i film dell' orrore parlano del male.
Bella pensata, direte voi, ma il pensiero si è approfondito: i film dell' orrore parlano essenzialmente di tre aspetti del male:il mistero, il fascino e la stolidezza/implacabilità. Queste tre faccie sono rappresentate da varie tipologie di "fellons", di cattivi.
Prendete "Suspiria" o "Profondo Rosso" di Argento: il fellon non è in scena se non all' ultimo, la vera faccia del male si scopre solo alla fine, ci si avvicina ad essa a piccoli passi, che sempre più portano lo spettatore dentro le tenebre in cui è avvolto il cattivo di turno, c è un "disvelamento" finale, il male si palesa in tutto il suo orrore. Questo è il "mistero" del male, il "segreto", ciò che ci aspetta dietro la porta che temiamo di aprire, dietro la tenda che abbiamo paura di scostare.

Il fascino del male è rappresentato dal cattivo "istrione": è in scena fin dall' inizio, è lui, e non chi lo combatte o chi ne è vittima il vero protagonista della storia, è quasi simpatico, o comunque "divertente" a suo modo, l' esempio che mi viene in mente è il Freddy Krueger di "Nightmare", che è diventato un icona pop, con quel guanto splendido ed il look trasandato. Questo è il "fascino" del male, il richiamo a quella parte oscura di noi che desidera in qualche modo il potere sugli altri che il male può dare.

Vi è poi la "stolidità/implacabilità" del male, l' aspetto per il quale il male, come un tank corazzato, non possa davero essere fermato una volta che è in moto, non c è scampo ne riparo, il male non ha fine. E chi meglio del taciturno (nel senso più pieno del termine, dato che in otto film non dice neanche una parola) Michael Myers può rappresentare questa faccia ? Uccide senza un vero perchè, non ha volto (la maschera bianca che lo ha reso famoso gli copre il viso pressochè costantemente), ne voce, ne rimorsi, non si crogiola nel dolore altrui, non fa lunghi discorsi prima di finire le sue vittime, non ha un piano ne uno scopo: afferra un coltello (ma non disdegna le nude mani) e uccide fin quando non lo fermano, cosa che in realtà non accade perchè la forza del male che abita in lui è così forte che niente può fermarlo davvero. Ecco la rappresentazione dell' inevitabilità del male, dell' impossibilità di sradicarlo dal mondo, perchè ne è parte integrante con tutta la sua forza.

Bene, dopo questa dichiarazione d' amore per i film horror vi posso solo salutare, augurandovi ovviamente nottate insonni e sobbalzi sulla poltorna.

sabato 8 novembre 2008

Democrazie...

Questo post lo scrivo in treno, facendo il fissato con il portatile sulle gambe. Per la verità ho poca fantasia, ho staccato alle 5, colazioncina con i colleghi, letto alle 6, sveglia alle 10 per prendere il treno, questo, che mi porta verso casa: una tabella di marcia di tutto rispetto, no !?
Ieri sera parlavo al telefono con un amico, persona stimabilissima, di una certa cultura, intelligente, laureato, masterizzato e dottorato. Bene, mi riportava ridendo la simpatica uscita del nostro PdC (sì dai, quello col lifting e il trapianto, quello con la faccia come il culo, quello con la testa di c...va be', ci siamo capiti) sull' abbronzatura di Obama. Rideva di gusto. Io non ero esattamente delle stesso umore, e gli ho fatto notare che forse è ora di smettere di ridere di queste uscite, è ora di finirla con l' immagine del simpatico buffone, che se anche tra di noi di sinistra facciamo passare la vulgata dell' istrione, scusate il francese, ma sono cazzi amari. Devo dire che tutta sta tirata l' ho fatta un po' piccato, perchè mi sono veramente stancato di sentire gente che ride alle “battute” del bauscia. Lui allora, altrettanto piccato, se ne esce con una frase che mi ha alquanto agghiacciato “Va bhe, ma al di la di quello che facciamo in cabina elettorale, che possiamo fare ?”. E comincia a sostenere, con mio sempre maggior sgomento, che lui non capisce chi si indigna per le uscite del premier, così come chi è in piazza contro la Gelmini (tra l' altro circola voce che abbia aumentato alcuni fondi destinati alla ricerca, se avete informazioni ne riceverei volentieri), perchè hanno avuto la maggioranza, le urne li hanno premiati, quindi per cinque anni noialtri mosca; anche perchè, aggiungeva, comunque non serve ad una cippa lippa e quindi meglio farsi quattro risate. Devo ammettere che a questo punto gli animi si sono un po' scaldati, perchè io accalorandomi ho detto che una democrazia che esiste solo il giorno delle elezioni è una ben misera democrazia, che la democrazia va ben al di là del suffragio universale (non ci scordiamo che, per esempio, in Bulgaria votavano alla grande, e non mi pare che di democrazia ce ne fosse molta, ai bei tempi dell' URSS); lui allora ha tirato fuori che io sono il solito “comunista” (parola che nell' accezione che le diamo tra noi è più vicina ad “intellettuale di sinistra”) e che le piazze le “manovra” il PD. Morale della favola ci siamo salutati con un pizzico di acredine.
Tutto questo mi ha fatto pensare: anche tra le persone più “politicamente consapevoli” si sta facendo strada questa idea, spinta anche dal berlusconiano “abbiamo vinto, adesso lasciateci lavorare in santa pace”, che la democrazia si fermi al voto: una specie di concorso, con una giuria di 50 milioni di persone, chi vince vince, e per cinque anni vaffanculo. Peccato soltanto che una democrazia così, non è una democrazia neanche un po. Democrazia è comprare il giornale (o meglio ancora i giornali) ogni mattina, è informarsi, è discutere tra amici, al bar, accalorarsi ogni giorno per uno stronzissimo DDL, o per la legge sul testamento biologico (che sembra scritto dal mio vecchio amico, il Cardinal Ruini), è aprire un gruppo pro Obama su Facebook, è manifestare o non manifestare (nei paesi sovietici era obbligatorio andare in piazza per il primo maggio, un buon esempio di come non sempre le manifestazioni siano sinonimo di democrazia), è fare una raccolta firma, è candidarsi nel proprio municipio, è andare in un locale piuttosto che in un altro perchè i proprietari del primo sono del PD ed i secondi del PDL. Insomma la democrazia (per parafrasare Gaber) è partecipazione, e non solo alle elezioni.
Bene, sbrodolata finita: forse qualcuno sarà contento di sapere che il vostro umilissimo servo Belphagor ha fatto faville per quel suo impegnuccio, ed è financo riuscito a capire cosa il vecchio Frack biascicasse nel suo britannicissimo e chiusissimo inglese. Il vostro servitore si chiede anche se abbiate mai avuto occasione di notare che quella dei ricercatori è la classe lavoratrice peggio vestita di tutte...

mercoledì 5 novembre 2008

In culo al TG1!


Come si evince dal titolo del post oggi sono in vena poetica. L altro ieri sera, con la bocca otturata da una mappata di penne al sugo, decido incoscientemente di guardare il tg del primo canale. Uno, due, tre cazzate, spengo.
Cazzata uno: servizio sui due contendenti alle presidenziali americane, spottone per il vecchio MacCain (che poi, cazzo lo fai a fare in Italia ?), conclusione "il programma di MacCain ci sembra (ci sembra ??? ma a chi ?? Riotta, a chiiiiiiiiiiiiiiiii?????????) migliore, ma forse l' america non ha bisogno di programmi ma di speranze (riferito ad Obama), o forse di illusioni". Come ? Ho sentito bene ? Sì, ho sentito bene !
Cazzata due: il povero sindacalista bianco ucciso a bastonate vicino a Reggio Emilia nel 48, un fatto terribile, ma vi avrei fatto sentire il tono, su cui sorvolo per carità di patria, certo che sti comunisti erano proprio tremendi eh, quasi quasi erano meglio le squadracce !.
Cazzata tre: le celebrazioni per quel grande ed inutile massacro che fu la prima guerra mondiale, da ricordare con orgoglio per la nostra vittoria...un bel paio di ciufoli, con quella guerra sono stati piantati alcuni fra i più velenosi semi del 900.
Ora, stamattina mi alzo bel bello (per dire eh, di mattina ho gli occhi cisposi come tutti!) e scopro che fratello Obama ha vinto. Sorrido e penso a Riotta. E' bello godere il doppio in un colpo solo !

PS:domani devo presentare il mio progetto per la tesi davanti ad una dozzina di agguerriti ricercatori pronti a trovare il pelo nell' uovo e ad un professorone inglese dall' improponibile nome di Frakowiak, fate l' in bocca al lupo al povero Belphagor...