venerdì 27 marzo 2009

Archologia informatica

Oggi pomeriggio, anzichè fare quello che avrei dovuto fare, mi sono dedicato ad una spedizione nel passato. Mi sono inoltrato fino all' ultima pagina della casella e-mail e sono risalito al presente. Il messaggio più vecchio è di dicembre 2005.
E' incredibile quante cose ho ricordato, dirò di più, quante cose ho scoperto.
Mail di ex (quando ancora non lo erano), mail di ex (quando lo erano già), amici che non sento da una vita, vecchie fiamme, mailing list dimenticate.
C ho passato quasi due ore. Ne sono uscito con una certezza: non è il tempo che passa, siamo noi che passiamo!





Pull the blindfold down
So your eyes can't see
Now run as fast as you can
Through this field of trees

Say goodbye to everyone
You have ever known
You are not gonna see them ever again

I can't shake this feeling I've got
My dirty hands, have I been in the wars?
The saddest thing that I'd ever seen
Were smokers outside the hospital doors

Someone turn me around
Can I start this again?

How can we wear our smiles
With our mouths wide shut
'Cause you stopped us from singin'

I can't shake this feeling I've got
My dirty hands, have I been in the wars?
The saddest thing that I'd ever seen
Were smokers outside the hospital doors

Someone turn me around
Can I start this again?
Now someone turn us around
Can we start this again?

We've all been changed
From what we were
Our broken parts
Left smashed off the floor

I can't believe you
If I can't hear you
I can't believe you
If I can't hear you

We've all been changed
From what we were
Our broken parts
Smashed off the floor

We've all been changed
From what we were
Our broken parts
Smashed off the floor

Someone turn me around
(We've all been changed from what we were)
Can I start this again?
(Our broken parts smashed off the floor)
Now someone turn us around
(We've all been changed from what we were)
Can we start this again?
(Our broken parts smashed off the floor)

lunedì 23 marzo 2009

Il coraggio del moderato



Ho aspettato e riflettuto a lungo prima di scrivere questo post. Per paura di essere frainteso, per paura di dare la stura a trollegiamenti vari, perchè l' argomento si presta. Ho aspettato prchè volevo vedere se su questo argomento mi si sarebbero chiarite le idee, ma ho l' impressione che le idee davvero chiare non le avrò mai. Per farvi capire "quanto" ho aspettato, forse basta dire che questo pezzo di Celestini, che ha scatenato il flusso di pensieri che ha portato a questo post, l ho visto in una puntata di "Parla con me" andata in onda prima di Natale.
Poi c è stato un breve scambio di idee con un altro blogger sul blog di Amanecer. Ed ho deciso che mi sentivo pronto.
Che poi pronto per cosa?
Forse è bene cominciare dall inizio.
Quando ho sentito questo pezzo di Celestini, come sempre mi è piaicuto. L ho visto anche in teatro due volte, ed entrambe le volte sono rimasto affascinato dal carisma che emana, dalla presenza scenica, dalla bravura, dall aria di antico cantastorie prestato solo per caso alla modernità.
Mi sono emozionato ascoltando questo pezzo.
Poi mi sono arrabbiato. E non sapevo perchè.
Perchè questo pezzo mi aveva infastidito? Perchè quell emozione che inizialmente ho provato si era trasformata in nervosismo?
Pensando credo di essere arrivato alla soluzione. Perchè mescolare, froci, negri, barboni a "zecche comuniste" e "autonomi dei centri sociali"?
Cosa c entra? Qual è l idea che c è dietro? Perchè accomunare queste figure?
Probabilmente per via della marginalità. Questo pezzo è un elogio della marginalità che ritorna, come una spina nel fianco della società, a ricordarle di allargare i diritti, a tutti, nessuno escluso.
Un bel pensiero, molto bello. Io stesso amo la marginalità, non amo le masse, le mode, l' appiattimento. Tutti i miei miti artistici sono stati marginali, per lo meno in vita, così come molti dei miei miti letterari, e perchè no anche molti di quelli politici.
E allora cosa mi aveva infastidito?
La nota politica mi aveva infastidito. Il reclamare come retaggio solo delle "zecche comuniste" e degli "autonomi dei centri sociali", questa vicinanza alla marginalità, ai negri, ai meridionali, ai froci, agli ebrei, ai palestinesi (dell' Intifada lo dice Celestini, io magari evito).
Come se solo un pedigree rosso potesse essere assicurazione di un attenzione per le realtà marginali, per chi non ha diritti, per chi li reclama.
Forse in parte è vero. Ma come? In che modo?
Semplicemente, da molti anni a questa parte, da quando il comunismo non è più, perchè non lo è più, un movimento di massa (almeno in "Occidente"), ritirandosi continuamente su un ideale Aventino su cui c è scritto "io non mi sporco le mani", "io sono puro", "io non scendo a compromessi".
Ma come è facile vivere così. Come si ha sempre ragione a stare soli in un cantuccio gridando che tutto questo fa schifo, che il capitalismo selvaggio ci sta distruggendo, che i migranti sono un opportunità e non una piaga. E' tutto vero, è tutto verissimo, sono verità sacrosante. Ma gridarle da in cima all' Aventino, sempre in attesa di un meglio che non arriva, e per il quale si rifiuta qualsiasi bene, per quanto piccolo, prossimo a realizzarsi, non serve a niente.
"Son tutti puri, o fingon di esser dei puri?" si chiedeva Majakovskij in una sua poesia sul comitato per la Letteratura dell' Unione Sovietica.
E' bello essere puri, non aver dubbi, saper sempre discernere il giusto dallo sbagliato, aver la verità in tasca.
Appellarsi ai sentimenti, alle sensazioni, specie quela di essere "pochi ma buoni"..."compagni, siamo pochi ma siamo i migliori, le masse ci seguiranno", e dietro non hanno nessuno.
Io credo che ci voglia molto più coraggio ad esser moderati: ascoltare, capire, mediare, fare un passo oltre la propria posizione per farne fare uno all altro che te lo avvicini, aver presente che il bene è meglio del meglio, se il primo lo si può raggiungere ed il secondo no.
E sentirsi ogni giorno un po' sporchi, un po' sbagliati, un po' tristi, per aver rinunciato a qualcosa, per aver perso la verginità delle proprie idee, per essersi mischiati con personaggi che non ci piacciono, per essere venuti a patti con idee che non sono le nostre. Ma sapere che qualcosa si è fatto, che non si è stati arroccati sulle proprie posizioni a difendere ideali che sono vivi solo dentro la fortezza, mentre fuori c è la peste, e che forse, se non si possono salvare tutti, si può salvare almeno qualcuno, uscendo. Uno per volta. Oppure si può fare come gli Ebrei a Masada,e uccidersi tutti pur di non cadere prigionieri.
Questo vuol dire schienarsi all avversario? No. Ci sono principi che sono non negoziabili. Se domani il governo proponesse una legge per sterminare i cingalesi, è ovvio che non pretenderei che Franceschini dicesse "Parliamone, magari è meglio solo uno su tre". Pretenderei invece che Franceschini chidesse a tutti di difendere i cingalesi, a buon bisogno anche con le armi. Perchè anche un moderato può andare in collina, se si passa il punto.
Ma finchè questo punto non lo si passa, preferisco perdere la verginità delle mie idee, sapermi sporco, sapermi impuro, che chiudermi dentro stanze abitate da vecchi fantasmi.
Credo che questo sia il coraggio del moderato (che non è detto che sia un Democristiano ;).
Per chi è arrivato in fondo, scusate la sbrodolata.

sabato 21 marzo 2009

Riflessioni di un mentecatto che guarda il TG2 (se no che mentecatto sarebbe)

Atto I o "Il Biondino e Faccia da Pugile":


Guardateli bene. Chi di voi incontrandoli di notte non cercherebbe di cambiare strada. Sono bruttini. Probabilmente sporchi. Anche cattivi. Specialmente "faccia da pugile", con quella faces così fottutamente rumena. Fanno paura solo a guardarli.
E poi quei nomi "Il biondino e Faccia da Pugile". Ogni volta che li sento mi vengono in mente i romanzi di Chandler, quello del Detective Marlowe, cronisti del LA Times con la fettuccia "Press" nella tesa del cappello, un taccuino in mano.
Non ho mai sentito una invenzione giornalistica più fastidiosa di questa (se la gioca solo con "Il piccolo Tommy", che mi ha fatto venire l'orticaria per mesi).
Di che anno è "Sbatti il mostro in prima pagina"?
Eppure loro così brutti, così sporchi, così cattivi, così rumeni, non sono stati. Sono ancora in carcere, uno per diffamazione (ma voi per caso ricordate un caso di diffamazione che coinvolgesse un italiano in cui l'imputato ha subito la custodia cautelare?), l' altro per lo stupro al Quartaccio (se ben ricordo) solo che pare che il DNA lo scagioni anche in quel caso.
Sono due stinchi di santo? Sono i Sacco e Vanzetti del nuovo millennio? (Tra l'altro lo sapete che alla fine della fiera pare che S&V effettivamente fossero colpevoli?) Non lo so. Non credo. E non mi interessa. So però che sono innocenti dello stupro avvenuto il 14 febbraio al Parco della Caffarella. E che per quello stupro hanno rischiato il linciaggio (quanto vorrei sentire ora cosa hanno da dire tutti quelli, anche insospettabili, che sostenevano che andassero lasciati alla folla inferocita), hanno passato più di un mese in carcere, sono stati additati come mostri dall' intera stampa italiana.
Certo però che hanno delle facce!

Atto II o "Spero vivamente che un ictus stronchi la vita di quel vecchio vestito di bianco che sta facendo un tour in Africa. Ora!":

"Ognuno svolge il suo ruolo" ha detto il nostro amato premier a commento dell' esternazione dell' Imperatore Palpatine (conosciuto anche come Benny XVI alias Benny the Beast) sul preservativo (che secondo il Santo Padre sarebbe "inutile"), unico tra i leader europei a non "sanzionare" tale uscita. Bisogerebbe ricordare al premier (e anche al simpatico Giovanardi, che personalmente stimo molto come complemento di arredo) che se il candido vecchietto avesse detto che il preservativo è "immorale", nessuno avrebbe avuto granche da ridire. Sono anni che la CC (Chiesa Cattolica, e non Carabinieri) ci scassa la fava con questa storia e non è più una sorpresa per nessuno. Benny però ha detto che il preservativo non è utile, entrando così nel magico mondo delle affermazioni scientifiche, nel quale, sia lode a Dio, nessuno può dire la prima cazzata che gli passa per la testa, ma deve provare le proprie affermazioni, una procedura che non è esattamente connaturata alla realtà della CC. Quindi il Papa non ha svolto il suo ruolo, ha semplicemente detto una cazzata, visto che tutti sanno che il preservativo, correttamente usato, minimizza fin quasi allo zero le possibilità di essre contagiati dall' HIV.
Ma vedete, in realtà di questo African Tour di Benny non è stata la storia del preservativo a farmi più saltare la mosca al naso. Ma l' affermazione fatta oggi. O meglio le affermazioni. Benny ha detto ai simpatici vescovi africani (che per altro sono divisi un bel po' da questioni tribali alla facciaccia dell' essere "Cattolici" e quindi "universali") che devono "combattere la stregoneria", e che la religione non deve venire a patti con le "superstizioni", ovvero con l' animismo.
Ora. A parte il fatto che sentire un papa che chiede ai vescovacci di combattere la stregoneria fa tornare alla mente alcune divertenti tradizioni dei bei tempi andati come ad esempio il barbecue dell' eretico o il gioco dell' Allegro Torturatore, chiamando "superstizioni" il complesso di credenze e pratiche dell' animismo africano il Tedesco dagli Occhi di Ghiaccio ha, con una certa leggerezza, degradato una religione ed una cultura che erano già vecchi quando un rabbino riformista ma non troppo è stato messo a morte dai Romani con il beneplacito del Sinodo, intorno al 33 d.C. E che forse era vecchia anche quando un popolo migrante del medio oriente ha deciso tutto a un tratto che "Dio è il nostro Signore, Dio è uno", con buona pace dei politeisti che vivevano da quelle parti.
Questo è a mio avviso abbastanza inaccettabile, se non per ragioni di ecumenismo religioso (del quale non è che mi interessi più di tanto), quanto meno per ragioni di carattere culturale, antropologico e di tradizioni, che vanno sempre più scomparendo, forse anche perchè i sacerdoti e gli sciamani animisti vivono più o meno poveramente insieme al loro popolo, e non possono certo offrire seminari e scuole dove si mangia tre volte al giorno, purchè si dica un bel Padre Nostro.

mercoledì 18 marzo 2009

Riflessioni di un mentecatto che torna a casa a piedi dopo aver festeggiato San Patrizio, con un buffo cappello in testa.

Ieri sera brut brutto (che è il contrario di bel bello) me ne tornavo a casa con un buffo cappello in testa, guadagnato grazie al consumo di litri 1 di Guiness, ed è partita la solita ridda di pensieri bislacchi.

Atto I o "Festeggiar feste d' altri festanti": Effettivamente mi sono sentito un po' scemo a festeggiare San Patrizio. Voglio dire, so a stento chi è il patrono della mia città e mi metto a celebrare date che ricordano santi protettori di altre nazioni? Avendo un odio smodato per i forzati di Halloween e di altre amene feste estere ed esterofile ho pensato di essere stato un pochino ipocrita. Ma poi ho pensato che, in fondo, per festeggiare San Patrik basta bere un po' di Guiness, indossare, per l' appunto, un grosso cappello da gnomo Irlandese con su la scritta "250 Remarkable Years" (la Guiness compiva ieri 250 anni di produzione) e avere tanta voglia di parlare con sconosciuti alticci possibilmente anglofoni, possibilmente irlandesi, che è esattamente quello che ho fatto ieri sera, con l' aggiunta di cori vari che spaziavano dalla sentimentale Molly Malone ("Dublin the city, where the girls are so pretty, I first put my eyes on sweet Molly Malone") alla non molto felice di questi tempi Go on Home ("Go on home, british soldiers go on home, have you got no fucking home of your own, for eight hundred years, we fought you without fear, and we'll fight you for eight hundred more"...insomma, per chi non l' avesse capito è l'inno dell' IRA), fino all' inno della nazionale irlandese di rugby. E allora, visto che mi sono divertito, ho esercitato l' inglese ed anche il fegato, ben venga San Patrizio.



Atto II o "Riduzione del danno in salsa irlandese": sugli speciali sottobicchieri celebrativi di San Patrizio della Guinness erano riportati questi consigli: "WATER! Drink water to stay hydrated. DINNER ANYONE? Remember to eat- it helps to absorb alchol. HOME SAFE! Grab a taxi or get a lift home with the designated driver". Da nessuna parte, ripeto da nessuna parte, c' è scritto di bere poco o responsabilmente. Ragazzi, questi sono proprio irlandesi!




Atto III o "Ma quanto mi piace la birra? Bè, più del vino!": Non ho remore ad ammettere che amo la birra più del vino. Si può anzi dire che, a parte quando ho l'occasione di bere vini veramente buoni, io non ne beva affatto. Così come di norma non bevo superalcolici, specialmente nei cocktail, al limite una buona grappa o un buon wiskhey, ed ovviamente il Fernet. Odio il rum. Però adoro la birra. La birra è fresca, la birra è tanta (considero le birre piccole una brutta deriva), la birra è accogliente, è festosa, la puoi bere a sorsi grandi o a sorsi piccoli. C è la bionda beverina per i giorni più caldi, c è la belga ambrata per l' inverno, la stout (Guiness, of course!) per tutte le stagioni. C'è quella col doppio luppolo amara come la morte ma buona come la vita, quella con i luppoli americani (IPA o Indian Pale Ale) profumatissima, che a tratti ricorda il pepe o alcuni frutti tropicali, c' è la pilsner fredda e riservata, ideale per levare la polvere dalla gola, c'è la trappista con tre fermentazioni, scende che sembra liquerizia, ma ti incasina il cerevello di brutto. C'è la birra con gli amici, e quella da soli (Peroncino e torso nudo ad agosto, un connubio imprescindibile), la birra di fretta ("Ragazzi sta sera na biretta al volo che domani me devo svejà!") e quella con calma. C'è quella che ti carica e quella che ti rilassa. Insomma, ode alla birra, a tutte le birre che ho bevuto ed a quelle che mi restano da bere.

domenica 15 marzo 2009

Dubbi...

Ingenuamente credevo che, una volta laureata, una persona fosse diversa. Più sicura, più consapevole, più pronta.
E soprattutto che non avesse più dubbi, ma solo certezze.
Io invece ho ancora tutti i miei dubbi, tutte le mie incertezze.
Dubbi profondi, dubbi pervasivi, quesiti misteriosi che mi frullano per la testa. Domande che mi assillano, mi pressano, non mi fanno dormire la notte.
Una in particolare: ma visto l' uso che se ne fa, a che cazzo serve la carta igienica profumata alla camomilla??

giovedì 12 marzo 2009

Canzoni per annichilire l'ego, canzoni per annichilire i sentimenti, canzoni per annichilirsi...



E dai. Annichiliamoci!!!!!!!!!!!!!!!






Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego!
Lass uns noch was Wodka holen
russische Vitamine
Ich glaub, wir müssen nochmal hin
Ich glaub, der Typ schläft schon
Bestimmt! Niemals!
Zieh!
Niemals schlafen! Alles Lügen! Staubiges Vergnügen!
Telefon! Zieh!
Hörst du das nicht?
Eine fixe Idee geht durchs Zimmer
Riemenschneider schnitzt sie in meine Gehirnwindungen
dübelt sich in meinen Kopf
Später dann
kannst du Regale dran aufstellen, oder …
Zieh! Telefon! Jetzt aber wirklich
Sag mal hörst du das nicht?
Zieh! Das brennt ja wie verrückt!
Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego!
Ich bin das ganze chinesische Volk
und Yü-Gung kann Berge versetzen
und alles ist wichtig
Wovon reden wir denn die ganze Zeit?
Zieh! Pst!
Numb your ideals!
Numb your ideas…
Oder simpel deine Zähne!
In meinem Mund ist sowieso alles verrottet
und meine Nase hat direkten Zugang zum Gehirn
Ich bin 6 m gross und alles ist wichtig
Ich bin 9 m gross und alles ist mehr als wichtig
Ich bin 12 m gross und alles ist unvorstellbar
Fütter mein Ego
Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego a go go
Zieh!
Ich bin das ganze chinesische Volk
und Yü-Gung kann Berge versetzen
Bin 6m gross
Bin 9m gross
Bin 12m gross und
Fütter mein Ego
Fütter mein Ego!
Fütter mein Ego!
Heut Nacht!
Niemals schlafen
Alles Lügen
Staubiges Vergnügen


Feed my ego!
Feed my ego!
Feed my ego!
Let's get more vodka
Russian vitamins
I think we'll have to go back there
I think the guy's already gone to bed
Definitely! Never!
Draw!
Never sleep! All lies!
Powdered pleasures!
Telephone! Draw!
Don't you hear it?
A fixed idea darts through the room
Riemenschneider carves it on the whorls of my brain
dowels itself into my head
later on
you can hang shelves on it, or
Draw! Telephone! But really now,
tell me, can't you hear that?
Draw! That burns like crazy!
Feed my ego!
Feed my ego!
Feed my ego!
I am the whole Chinese people
and YuGong can move mountains
and everything is important
what are we talking about the whole time?
Draw! Ssssh!
Numb your ideals
numb your ideas
or simply your teeth
in my mouth anyway it's all gone rotten
and my nose has direct access to the brain
I'm 6 m tall and everything is important
I'm 9 m tall and everything is more than important
I'm 12 m tall and everything is inconceivable
feed my ego!
feed my ego!
Feed my ego à gogo
Draw!
I am the whole Chinese people
and Yukong can move mountains
I am 6 m tall
I am 9 m tall
I am 12 m tall and
feed my ego
feed my ego
feed my ego
tonight!
Never sleep
all lies
Powdered pleasures





What do you want of me
What do you long from me
A slim Pixie, thin and forlorn
A count, white and drawn
What do you make of me
What can you take from me
Pallid landscapes off my frown
Let me rip you up and down

For you I came to forsake
Lay wide despise and hate
I sing of you in my demented songs
For you and your stimulations
Take what you can of me
Rip what you can off me
And this I'll say to you
And hope that it gets through

You worthless bitch
You fickle shit
You would spit on me
You would make me spit
And when the Judas hour arrives
And like the Jesus Jews you epitomize
I'll still be here as strong as you
And I'll walk away in spite of you

And I'll walk away
Walk away
(repeat)





Nerves.
Tell tale tongues lick at seven senses
Brittle spittle sparks you are defenceless
The fabric of dreams is ripped apart
Nerves.
As you feel the twist of the shadowed dagger
In your pumping heart

Nerves like nylon, Nerves like steel
Nerves like nylon, Nerves like steel
Nerves like nylon, Nerves like steel

Sense of serenity is shattered in the glint of splintered glass.
A trail of random cutlery cuts a dash in the concrete underpass
Nerves.


Nerves.

Nerves.
Nerves like nylon, Nerves like steel
Nerves like nylon, Nerves like steel
Nerves like nylon, Nerves like steel

mercoledì 11 marzo 2009

Ormai...

Ormai babbo unodicinque ha spiattellato esito e risultato a tutta quella parte di blogsfera che abbiamo l onore di conoscere...ma sono contento così. Datemi qualche giorno per riprendermi da sta lode, e vedrete che tornerò lo stesso scemo di primo. Ora sono troppo preso dal mio nuovo contegno di dottore. Che consiste essenzialemente nel ruttare in greco antico.
PS:pensate che il mio titolo completo sarebbe "Dottore in Diagnosi e Riabilitazione dei disturbi cognitivi - Salute e Riabilitazione". Maledetto Nuovo Ordinamento!!
PPS:oggi ero ubriaco perso alle 13:00 in punto, record storico che spero di uguagliare solo per la laurea di dottorato XD!

sabato 7 marzo 2009

Guarda che a volte la sfiga...



Non sono uno di quelli che a Roma si chiamano "fraciconi", ovvero marci, muffi, nel senso di particolarmente cagionevoli di salute. Anzi, devo dire che posso contare sulle dita delle mani le volte in cui sono stato DAVVERO male. In più sono uno di quelli che, anche con febbre ,brividi e dolori, tende a sbattersene ed a proseguire la sua vita.
Ma.
Ma ieri sera si è alzata la temperatura all' improvviso, io ho chiamato il capo che mi ha aperto il deretano per la comunicazione dell' ultimo minuto, e sono rimasto a casa col senso di colpa di avergli fatto il pacco per due linee di febbre (il pensiero però volava a martedì ed alla discussione, e ci tenevo a non arrivarci febbricitante).
Oggi sballiamo i 38,5 e sono tutto un dolore, il che mi fa pensare che alla fin fine sia stato un bene non andare ieri, se no chissa come stavo stamane.
Bon, tutto questo per dire: non mi ammalo mai, proprio 3 giorni prima della discussione della tesi doveva beccarmi sta zoccola australiana ?
PS:sì, il fatto che sia tachipirina in supposte non è un caso, è una sottile metafora per dire che mi sa che me la prendo al...

mercoledì 4 marzo 2009

Le riflessioni di un mentecatto mentre torna a casa dal lavoro alle tre (Parte I: l' etica del lavoro - Parte II: l' elemosina e i barboni.

Ieri sera bel bello (oddio, bel bello...) me ne tornavo a casa dopo una sturbante notte di lavoro in disco. Ero da solo, abbiamo fatto 180 e dico 180 ingressi. Aggiungo solo che il capo a fine serata, invece dei concordati 50, mi ha sganciato la bellezza di 70 neuro, e scusa se è poco.
Comunque, quando torno a casa da solo ad una certa ora, complice la stanchezza, il vuoto, la pensosità che mi circonda, mi metto a pensare anche io.
E penso a briglia sciolta, ovvero lasciando simpaticamente la mente libera di volare da un argomento all' altro.

Parte I:non ho mai lavorato alle presse, non ho mai saldato lamiere, non ho mai spaccato legna. Però saltuariamente è da quando ho 17 anni che mi invento dei lavori: cameriere al pub, commesso in libreria, educatore per disabili, operatore per disabili (che è come il lavoro di prima, ma con in più l' igiene personale, dico la loro, non la mia che è carente comunque), pubblico da Cucuzza (sì, pochi lo sanno ma ho fatto anche questo e vi assicuro che preferivo fare igiene dentale ad uno schizofrenico che cercava di mordermi la mano) e barman. Non lavori particolarmente pesanti, però via. Insomma tra i miei amici, sono quello che, in quanto ad esperienze lavorative, sta messo meglio. Strano, per altro, perchè passo sempre per l' impedito della compagnia, o quello senza iniziativa (anche a casa per altro). Bon, Questo per dire che comunque due o tre cose sul lavoro le so. Che lavorare stanca. Che avere i soldi in mano alla fine del servizio ti fa apprezzare quel lieve dolorino alla schiena doovuto all' alzare dalla carrozzella quel tetraplegico obeso (dio che bene gli volevo !). Che il capo è il capo anche se sorride molto e si fa dare del tu. Che il lavoro è un impegno, e una volta che te lo sei preso, lo devi portare a termine.
Tutte queste cose il mio amico L. non le sa. Intendiamoci, gli voglio un bene dell' anima e darei un braccio per lui. Però quando si parla di lavoro gli metterei le mani addosso. Per dire, è uno che al primo stage che ha fatto (ed aveva 26 anni, N.B.) è tornato il primo giorno e ha detto "Il capo è un po' stronzo, sai è uno di quelli che se dice una cosa, tu la devi fare!". Ovviamente io ero troppo basito per spiegargli che il suo capo non era stronzo, era solo il suo capo.
Bon. Non sapete quanto mi ha scassato la minchia con la storia che lavoro nei weekend. "Ma ti perdi tutte le serate fighe, ma chi te lo fa fare, ma questo venerdì c è Condominio (la serata elettronica più figa di Roma), ma chiedigli un giorno..." ecc.
Io inizialmente glissavo, poi acidamente chiedevo se lui mi avrebbe corrisposto 70 euro, se uscivo con lui il sabato. Fino a dovergli spiegare che nel Bancomat i soldi non ce li mette il comune di Roma, ma qualcuno. E se questo qualcuno anzichè essere Mamy and Daddy sei tu, allora devi lavorare.
Però non ha funzionato.
Ieri è passato a trovarmi: bancone affollato, gente che si sbracciava per ottenre la mia attenzione, io che con un mano pestavo lime,zucchero e menta per un mojito, con l'altra spillavo una birra e con l' altra...no, sò finite, va bè, avete capito la situazione. Lui si guarda intorno con quella sua aria sempre un po' spaesata e mi fa "Ma non te li puoi prendere cinque minuti già che sono passato?".
Il discorso è che nella vecchia idea dell' etica del lavoro qualcosa di vero c'è, e che chi il lavoro non sa manco cos è non lo può proprio capire.


Parte II: tornando a casa chi ti trovo sotto il portone, se non il mio barbone di fiducia, con i suoi splendidi cani e un fiato che sembrava di stare in una distilleria?! Mi sono fumato una sigarettina con lui e poi ho riflettuto sul modo in cui faccio l' elemosina. E mi sono accorto che sono assolutamente abitudinario in questo, e che vado profondamente a simpatia. Per dire, c è una ragazza Rom con un bambino bellissimo, avrà una trentina di anni lei e tre e mezzo lui, lei è sempre sorridente e gioca con questo bambino costantemente, lo fa ridere e lui sembra davvero un sacco contento. A lei lascio sempre qualcosa, come anche a suo marito, che è brutto come la fame ma ha un aria da gitano vecchio stile che mi manda fuori di testa. Invece alla signora Rom cinquantenne piagnucolante non le do niente manco me cacciassero un occhio ! Perchè? Perchè mi sta profondamente sulle palle.
E poi appunto c è il barbone di fiducia, quello con il quale ti fai due chiacchiere e ti bevi un paio di birre (a San Lorenzo non mi sembrava vero di bere Peroni al tavolo con lui!) ha una storia da raccontare e, se riesci a capirlo mentre biascica, ti intriga.

Va bè ho scritto un post inutilmente lungo e neanche molto interessante mi sa.
Ai poster l' ardua sentenza!