Avviso: la lettera che segue è dedicata ad un mio caro amico. I più indovineranno di chi si tratta senza troppi problemi, se siete tipi facili allo scandalo, prego passare oltre.
Caro Amico,
è tanto che ci conosciamo, tu ed io. Una vita intera, direi. E siamo stati sempre assieme io e te. Sappiamo tutto l' uno dell' altro, abbiamo condiviso ogni momento. Insieme abbiamo passato i bui anni dell' adolescenza, in cui c' eravamo solo io e te, per approdare uniti come sempre allo splendore della maturità che ha visto, con alterne fortune, partecipare ai nostri simpatici giochi alcune amiche.
Lo sai, farei tutto, e tanto ho già fatto, per te. Per te esco, vado a ballare, mi intrattengo, per te a volte ho bevuto, non troppo perchè a te l' alcol da subito alla testa.
Eppure, caro Amico, a volte ho l' impressione di non capirti fino in fondo. A volte ho l' impressione non solo che tu non sia esattamente una cima, ma che addirittura mi remi contro.
Sappiamo entrambi che un certo numero di cazzate (e quando mai vocabolo fu più azzeccato) che ho fatto nella vita sono state per gran parte responsabilità tua.
Perchè tu sei fatto così, hai una capacità di ragionamento limitata, poca voglia di proiettarti nel futuro, poco interesse per le conseguenze dei tuoi desideri.
Ma vedi, caro Amico, io continuo pur sempre a darti retta, e da ultimo, lo ammetto, i tuoi consigli sono stati preziosi. Ma non sempre.
Vedi, tu lo sapevi che ieri sera ero stanco, che non ero dell' umore adatto (come saranno andate le analisi? riuscirò a partire con l' esperimento? Beppe Grillo diventerà davvero segretario del PD?), che non ero in vena, diciamo, per una festicciola. Ed anche lei, Amico caro, era titubante, te ne sarai accorto.
A casa c' era non solo la badante, ma anche il fratellino, e lei non era entusiasta dell' idea. Nonostante questo, Amico mio, sentivo che tu tiravi [sic!] in una certa direzione, e ti ho assecondato. Ho insistito. E lei è salita. E tutto sembrava andare più che bene.
E allora spiegami, Amico caro, senza rancore te lo chiedo, perchè ad un certo punto hai perso interesse per la cosa? Perchè ti sei assentato, perso nei tuoi pensieri, e senza più alcuna voglia di socializzare, cosa che per altro di solito adori fare?
Ma soprattutto, mio carissimo Amico, ma non potevi pensarci prima? Pensa: io e te ci saremmo risparmiati la fatica dell' insistenza per farla salire, una figura di merda, ed avremmo guadagnato per lo meno un oretta di sonno in più!
Questo ti volevo dire: la prossima volta, prima di chiedermi qualcosa, pensaci meglio.
Con affetto ti abbraccio (cioè, per dire, che sarebbe esagerato) e resto il tuo fedele amico
Belphagor
RIFLESSIONE COL FRATELLINO A CASA:
Invidio (in senso buono, sia chiaro) l' attuale storia d' amore che sta vivendo mio fratello. E non tanto perchè lei sia una bella ragazza (lo è) o perchè sono molto innamorati (lo sono), ma per ciò che li ha portati insieme. Cioè la ferrea ed adamantina fedeltà di mio fratello al suo sogno di conquistarla. Un anno di pene e patimenti, sopportati con stoica determinazione, per arrivare a ciò che ha ora, e che si merita assolutamente. Mio fratello, che non ha mai letto Kundera, che non ascolta i Cure, che non sa cosa sia una poesia d' amore, è cento milioni di volte più romantico di me, con i miei ammennicoli da romantico, i miei libri di Kundera, i miei Cure (scusa Robert) e le mie poesie d' amore. Mi rendo conto guardandolo, e guardando con lui un filmetto d' amore adolescienziale (che per altro è molto ben fatto e vi consiglio di cuore: "Adventureland") che dei due è lui quello che crede nell' amore, quello che benchè una biondina un sacco carina (mi viene in mente un espressione americana non molto fine che recita "a fucking A") lo vorrebbe mangiare, rimane fedele alla sua ragazza ed al suo sogno, quello che si strugge per la lontananza, quello che ama, forse con la A maiuscola (per quanto, è ovvio, la sua età lo consenta). Io se fossi stato in lui alla biondina avrei ceduto al minimo accenno.
Non so perchè, credo in parte sia colpa del mio profondo senso di inadeguatezza, quello che mi porta a stravedere per qualsiasi donna mostri interesse per me, perchè a volte mi sembra un miracolo che una donna provi interesse per me.
"O forse non è qui il problema, e ognuno vive dentro i suoi egoismi, vestiti di sofismi", cantava il Guccio in "Canzone di Notte n.2", e quello che cerco di fare è nascondere una semplice ed anche abbastanza prosaica debolezza della carne dietro un velo di giustificazioni da psicologia ingenua.
O forse è il caldo, o forse è la sera sbagliata.
Vallo a sapere.