Sono sempre stato un appassionato di letteratura e cinematografia horror. Per quanto riguarda la letteratura ho una passione smodata per King, Lovecraft e il più classico dei classici Poe, uno che faceva paura davvero persino quando parlava di un gatto. Per quanto riguarda il cinema ho gusti che si concentrano essenzialmente sull' horror "classico" anni settanta (Argento, Bava, l' Avati de "La casa dalle finestre che ridono", "Amityville Horror", cose così) e sulla "nouvelle vague" (mi perdonino i cinefili per l' uso sconsiderato del termine) anni ottanta, il "teen horror" e le serie infinite (Nightmer, Venerdì 13, Halloween, La Casa...). Ora, in particolare, mi sto risparando l' intera cinematografia di Darione Argento (che, diciamolo, dall' ottanta in poi non è che abbia brillato), e ieri sera casualemente ho beccato su RaiSat il primo Halloween, quello originale di Carpenter, e non ho potuto astenermi dal riguardarlo. E guardando il simpatico Michael Myers, con tanto di maschera bianca e mannaiona in mano, ho pensato che, fondamentalemente i film dell' orrore parlano del male.
Bella pensata, direte voi, ma il pensiero si è approfondito: i film dell' orrore parlano essenzialmente di tre aspetti del male:il mistero, il fascino e la stolidezza/implacabilità. Queste tre faccie sono rappresentate da varie tipologie di "fellons", di cattivi.
Prendete "Suspiria" o "Profondo Rosso" di Argento: il fellon non è in scena se non all' ultimo, la vera faccia del male si scopre solo alla fine, ci si avvicina ad essa a piccoli passi, che sempre più portano lo spettatore dentro le tenebre in cui è avvolto il cattivo di turno, c è un "disvelamento" finale, il male si palesa in tutto il suo orrore. Questo è il "mistero" del male, il "segreto", ciò che ci aspetta dietro la porta che temiamo di aprire, dietro la tenda che abbiamo paura di scostare.
Il fascino del male è rappresentato dal cattivo "istrione": è in scena fin dall' inizio, è lui, e non chi lo combatte o chi ne è vittima il vero protagonista della storia, è quasi simpatico, o comunque "divertente" a suo modo, l' esempio che mi viene in mente è il Freddy Krueger di "Nightmare", che è diventato un icona pop, con quel guanto splendido ed il look trasandato. Questo è il "fascino" del male, il richiamo a quella parte oscura di noi che desidera in qualche modo il potere sugli altri che il male può dare.
Vi è poi la "stolidità/implacabilità" del male, l' aspetto per il quale il male, come un tank corazzato, non possa davero essere fermato una volta che è in moto, non c è scampo ne riparo, il male non ha fine. E chi meglio del taciturno (nel senso più pieno del termine, dato che in otto film non dice neanche una parola) Michael Myers può rappresentare questa faccia ? Uccide senza un vero perchè, non ha volto (la maschera bianca che lo ha reso famoso gli copre il viso pressochè costantemente), ne voce, ne rimorsi, non si crogiola nel dolore altrui, non fa lunghi discorsi prima di finire le sue vittime, non ha un piano ne uno scopo: afferra un coltello (ma non disdegna le nude mani) e uccide fin quando non lo fermano, cosa che in realtà non accade perchè la forza del male che abita in lui è così forte che niente può fermarlo davvero. Ecco la rappresentazione dell' inevitabilità del male, dell' impossibilità di sradicarlo dal mondo, perchè ne è parte integrante con tutta la sua forza.
Bene, dopo questa dichiarazione d' amore per i film horror vi posso solo salutare, augurandovi ovviamente nottate insonni e sobbalzi sulla poltorna.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Ora capisco meglio il tuo commento al mio ultimo post! :-)
E Martufello in quale categoria rientra?
Posta un commento