giovedì 13 novembre 2008

Gli amori difficili


Ci sono libri che non potremmo leggere in nessun altro momento che quello in cui li leggiamo, libri che sembra che una "mano invisibile" metta sulla nostra strada (o meglio sul nostro comodino), proprio quando li puoi capire appieno, quando più hanno da dirti, quando servono. E' il caso de "Gli amori difficili", del sempre più amato e benemerito Calvino, che sto leggendo al momento. Una raccolta di racconti che trattano del rapporto tra uomo e donna, e in particolare del profondo nucleo di incomunicabilità che vi può essere tra queste due "specie". Alcuni esempi: c è la storia del soldato in treno, cui si siede vicino una bella signora, e dei suoi tentativi di "concupirla" fatti di sfioramenti, movimenti leggeri, mani che avanzano e poi intimorite indietreggiano, e di tutti i pensieri che il giovane ha durante tutto il tempo che dura questo rituale, o la storia del lettore sulla spiaggia, che si trova quasi costretto a "provarci" con una bella sconosciuta, quasi travolto dal suo ardimento che voleva essere solo teorico e diventa poi fin troppo pratico, quando tutto ciò che lui vorrebbe è soltanto finire il suo romanzo.
Oggi ho avuto un bell' esempio di incomunicabilità (premessa:non cerco conforto, è una semplice esposizione):ieri viene a fare da soggetto per il mio esperimento una ragazza sarda molto carina, combina un macello perchè effettivamente le istruzioni che le avevo dato non erano molto chiare, al che scherzando le chiedo se sarebbe tornata l' indomani (oggi) per rifarlo, lei dice che l' indomani lavora, magari mi fa sapere. Ieri sera ricevo un suo messaggio in cui mi dice che non lavora, che posso chiamarla "anche all' ultimo momento" e sarà felice di venire. Detto fatto oggi la richiamo. Ci incontriamo, io sono sufficientemente brillante, quattro chiacchiere, risate (ma non risate normali, quel tipo di risate fra un uomo ed una donna che suonano quasi forzate), esperimento inframezzato da mille parole. Io alla fine colgo la palla al balzo e le chiedo se, per ricambiare la sua gentilezza, posso offrirle un caffè: al bar, altre chiacchiere, risate, corpi che si sfiorano in maniera casuale, ma sarà davvero casuale ? Insomma tutti quelli che un mio amico economista ed anglofono chiama "indicator of interest". La riaccompagno in facoltà, sale un po' di tensione: come salutarsi ? Il vostro umile (ed immensamente pirla) servo Belphagor non trova niente di meglio da dire che "Va be, magari ci ribecchiamo in facoltà !". Si gira ed esce di scena, avendo l' impressione di aver letto persino un po' di rincrescimento nei suoi occhi (ma qui forse lavoro di fantasia).
Finale: la desolante sensazione di essere sempre troppo simili a se stessi, in certi frangenti, l' idea che mai cambierò (il primo che si azzarda a dire che a ventitre anni si può ancora cambiare gli tiro un sanpietrino telematico), che sempre le mie seghe mentali prevarranno sulla mia voglia di vivere. Tra l' altro, e come potrebbe essere altrimenti, la mia uscita di scena è stata accompagnata da una copiosa pioggia. Il regista, oltre che stronzo, è pure un po' banale !

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Se avessi 24 anni fuori e 56 dentro (quelli ce l'ho davvero) la richiamerei immediatamente e le direi: Sai, volevo dirti altre cose, ma sono un po' imbranato. Ci possiamo rivedere domani?
A) No?!? Va bene, ciao
B) Si?!? Ok dove?
I rimpianti li metti da parte ma quegli stronzi riescono fuori quando è troppo tardi. Molto meglio i rimorsi.

Belphagor ha detto...

Già...

Crazy time ha detto...

senti belphagor, dai retta a oneoffive. Te lo dico da femminuccia che odia i rimpianti.

Anonimo ha detto...

Forza, fatti coraggio e riporta in questa casa una presenza femminile (ne sento la mancanza)

Baci Mamma

Artemisia ha detto...

Ue', normalista, vacci piano con i sanpietrini telematici! :-)
Fosse un film ci starebbe proprio la tua telefonata rimediatoria. Dai, non puoi lasciarci senza il lieto fine!

Belphagor ha detto...

Il problema cara Arte, è che in un film il colpaccio sarebbe sicuro, nella realtà assolutamente no ! Ricordo ancora con che faccia sconsolata un amico mi raccontò quest aneddoto: esce con una ragazza, cena fuori, risate, scherzi; la riaccompagna sotto casa, non trova il coraggio di fare "la mossa", la saluta e se ne va. Dopo pochi metri inchioda, inverte ad U, la ribecca che è ancora sotto il portone, scende trafelato ed emozionato, le si avvicina e le dice "Non ti ho salutato come avrei voluto davvero", e lei "Io sì". Si gira e se ne va. In un mondo che premia il coraggio ora sarebbero felicemente sposati (o forse no, ma per lo meno si sarebbero congiunti carnalmente ;) ) mentre invece, come ovvio, non si parlano !

Artemisia ha detto...

Perche' "ovvio"??? Non e' per nulla ovvio! Sai quante ragazze hanno sperato nell'inchiodata e nell'inversione a U che non ci sono state? Guardala anche dall'altra parte. Non siamo cosi' cattive. Il problema e' intercettare i messaggi nascosti da entrambi le parti. Puo' capitare che ci siano malintesi, ma anche piacevoli soprese. Credimi!