lunedì 23 marzo 2009
Il coraggio del moderato
Ho aspettato e riflettuto a lungo prima di scrivere questo post. Per paura di essere frainteso, per paura di dare la stura a trollegiamenti vari, perchè l' argomento si presta. Ho aspettato prchè volevo vedere se su questo argomento mi si sarebbero chiarite le idee, ma ho l' impressione che le idee davvero chiare non le avrò mai. Per farvi capire "quanto" ho aspettato, forse basta dire che questo pezzo di Celestini, che ha scatenato il flusso di pensieri che ha portato a questo post, l ho visto in una puntata di "Parla con me" andata in onda prima di Natale.
Poi c è stato un breve scambio di idee con un altro blogger sul blog di Amanecer. Ed ho deciso che mi sentivo pronto.
Che poi pronto per cosa?
Forse è bene cominciare dall inizio.
Quando ho sentito questo pezzo di Celestini, come sempre mi è piaicuto. L ho visto anche in teatro due volte, ed entrambe le volte sono rimasto affascinato dal carisma che emana, dalla presenza scenica, dalla bravura, dall aria di antico cantastorie prestato solo per caso alla modernità.
Mi sono emozionato ascoltando questo pezzo.
Poi mi sono arrabbiato. E non sapevo perchè.
Perchè questo pezzo mi aveva infastidito? Perchè quell emozione che inizialmente ho provato si era trasformata in nervosismo?
Pensando credo di essere arrivato alla soluzione. Perchè mescolare, froci, negri, barboni a "zecche comuniste" e "autonomi dei centri sociali"?
Cosa c entra? Qual è l idea che c è dietro? Perchè accomunare queste figure?
Probabilmente per via della marginalità. Questo pezzo è un elogio della marginalità che ritorna, come una spina nel fianco della società, a ricordarle di allargare i diritti, a tutti, nessuno escluso.
Un bel pensiero, molto bello. Io stesso amo la marginalità, non amo le masse, le mode, l' appiattimento. Tutti i miei miti artistici sono stati marginali, per lo meno in vita, così come molti dei miei miti letterari, e perchè no anche molti di quelli politici.
E allora cosa mi aveva infastidito?
La nota politica mi aveva infastidito. Il reclamare come retaggio solo delle "zecche comuniste" e degli "autonomi dei centri sociali", questa vicinanza alla marginalità, ai negri, ai meridionali, ai froci, agli ebrei, ai palestinesi (dell' Intifada lo dice Celestini, io magari evito).
Come se solo un pedigree rosso potesse essere assicurazione di un attenzione per le realtà marginali, per chi non ha diritti, per chi li reclama.
Forse in parte è vero. Ma come? In che modo?
Semplicemente, da molti anni a questa parte, da quando il comunismo non è più, perchè non lo è più, un movimento di massa (almeno in "Occidente"), ritirandosi continuamente su un ideale Aventino su cui c è scritto "io non mi sporco le mani", "io sono puro", "io non scendo a compromessi".
Ma come è facile vivere così. Come si ha sempre ragione a stare soli in un cantuccio gridando che tutto questo fa schifo, che il capitalismo selvaggio ci sta distruggendo, che i migranti sono un opportunità e non una piaga. E' tutto vero, è tutto verissimo, sono verità sacrosante. Ma gridarle da in cima all' Aventino, sempre in attesa di un meglio che non arriva, e per il quale si rifiuta qualsiasi bene, per quanto piccolo, prossimo a realizzarsi, non serve a niente.
"Son tutti puri, o fingon di esser dei puri?" si chiedeva Majakovskij in una sua poesia sul comitato per la Letteratura dell' Unione Sovietica.
E' bello essere puri, non aver dubbi, saper sempre discernere il giusto dallo sbagliato, aver la verità in tasca.
Appellarsi ai sentimenti, alle sensazioni, specie quela di essere "pochi ma buoni"..."compagni, siamo pochi ma siamo i migliori, le masse ci seguiranno", e dietro non hanno nessuno.
Io credo che ci voglia molto più coraggio ad esser moderati: ascoltare, capire, mediare, fare un passo oltre la propria posizione per farne fare uno all altro che te lo avvicini, aver presente che il bene è meglio del meglio, se il primo lo si può raggiungere ed il secondo no.
E sentirsi ogni giorno un po' sporchi, un po' sbagliati, un po' tristi, per aver rinunciato a qualcosa, per aver perso la verginità delle proprie idee, per essersi mischiati con personaggi che non ci piacciono, per essere venuti a patti con idee che non sono le nostre. Ma sapere che qualcosa si è fatto, che non si è stati arroccati sulle proprie posizioni a difendere ideali che sono vivi solo dentro la fortezza, mentre fuori c è la peste, e che forse, se non si possono salvare tutti, si può salvare almeno qualcuno, uscendo. Uno per volta. Oppure si può fare come gli Ebrei a Masada,e uccidersi tutti pur di non cadere prigionieri.
Questo vuol dire schienarsi all avversario? No. Ci sono principi che sono non negoziabili. Se domani il governo proponesse una legge per sterminare i cingalesi, è ovvio che non pretenderei che Franceschini dicesse "Parliamone, magari è meglio solo uno su tre". Pretenderei invece che Franceschini chidesse a tutti di difendere i cingalesi, a buon bisogno anche con le armi. Perchè anche un moderato può andare in collina, se si passa il punto.
Ma finchè questo punto non lo si passa, preferisco perdere la verginità delle mie idee, sapermi sporco, sapermi impuro, che chiudermi dentro stanze abitate da vecchi fantasmi.
Credo che questo sia il coraggio del moderato (che non è detto che sia un Democristiano ;).
Per chi è arrivato in fondo, scusate la sbrodolata.
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15 commenti:
Io credo sia un po' peggio di come dici tu. Non e' che la sinistra si e' arroccata dietro ai suoi ideali, e' che non li ha piu' questi ideali. Ha perso il coraggio della propria identita'. A furia di cercare consensi/voti ha perso purezza, si e' trovata piu' a destra del Papa e nessuno ci si riconosce piu'. Io credo che se ci fosse qualcuno capace di sentire ancora i problemi della collettivita' e di parlare a questa collettivita', la collettivita' sarebbe ancora in grado di rispondere alla politica. E invece la sinistra si e' seduta, e nel cantuccio sopravvive.
Non credo che non voglia piu' sporcasi le mani, credo che non sappia piu' sporcarsele. Non sa nemmeno piu' cosa vuol dire.
Non scende tra la gente.
forse il senso del tuo post era un altro, a me e' venuta in mente questa riflessione. Sempre che io mi sia fatta capire. :)
@Valeria:effettivamente il senso del post era un altro. Però la tua lettura è valida e comprensibile, e forse è semplicemente il rovescio della medaglia della mia. Voglio dire che per scendere tra la gente, le mani per un verso o per l'altro te le devi sporcare!
Grande...
Grazie per il commento, CIAO!!!
Capisco quello che vuoi dire e condivido con te il fatto che non mi interessa aspettare la rivoluzione che verra', quando verra', se verra'.
Te l'ho gia' citata la frase di quel prete che disse a mio suocero: "Chi non e' comunista a vent'anni non ha cuore, chi lo e' a quaranta non ha cervello"?
C'e' un altro aspetto pero': qual e' il punto oltre il quale anche il moderato "puo' andare in collina"?
Credo che ciascuno abbia il suo.
Ecco per quanto mi riguarda sulla legalita' e sulla laicita' il PD e' passato dall'altra parte della mia personale soglia. Forse recuperera', forse no.
Sto ancora valutando.
Per il resto sono d'accordo con te.
Ascanio Celestini è un mito! Non so se te l'ho mai detto, ma noi lo scoprimmo tanti anni fa, quando ancora non lo conosceva quasi nessuno salvo noi "zecche comuniste", al Centro di Cultura Popolare del Tufello (il nome è già un programma) e da allora lo adoro! Ti chiedi perchè la difesa degli emarginati debba essere appannaggio della sinistra: perchè di fatto è così ed è stato così nei secoli. E un dato di fatto incontrovertibile. Riguardo allo sporcarsi le mani e la verginità hai ragione in parte, perchè se è vero che l'Aventino non ha portato molto bene, è anche vero, come dice Artemisia, che ognuno di noi ha il suo "compromessometro". per quanto mi riguarda penso che la nostra sinistra abbia ceduto anche il culo e comunque gli italiani non hanno capito e hanno votato per Berlusconi e allora tanto vale rimanere duri e puri e potersi guardare allo specchio la mattina riconoscendosi. HAI SBAGLIATO IL MIO NOME SUL POST! E' AMANECER!
@Artemisia: sai, rileggendo il post ho pensato esattamente la stessa cosa. Il "punto" (o "compromessometro", come lo ha deliziosamente definito AmAnEcer) varia per tutti. Io sono lì lì, vorrei sperare di non passarlo, ma a questo punto non lo so.
Cmq le tue parole pacate e, come sempre, intelligenti, mi hanno aiutato a riflettere!
@AmAnEcer:che dire, mi aspettavo una reazione più accesa da te, invece accolgo con piacere queste tue parole ferme ma di "pace", sono daccordo con te che la difesa degli emarginati è un retaggio di sinistra, ma sinistra non vuol dire necessariamente "comunismo", in senso proprio o lato.
So bene che tu Celestini lo conosci da quel dì, e da quando lo conosco anche io mi mangio le mani per ogni volta che non sono venuto con voi al Centro di Cultura Popolare del Tufello!!
Ti stimo molto, in fondo, lo sai vero?
PS:errore corretto
per essere duro e puro, basta semplicemente non fare niente. Più fai e necessariamente più sbagli e di conseguenza ti si sporcano le mani
Wow, grazie per i bei voti che mi hai dato ^_^
CIAO!!!
Ehi, moderato, l'hai visto il video della giovane segretaria del PD di Udine?
http://www.fondazionedaje.com/2009/03/23/il-video-piu-visto-di-youdem/
Grande!
@Arte:Ammazza oh!! Questa je l' ammolla proprio. Se rapresentasse anche solo il 25% dei segretari locali sarebbe una notizia splendida per noi Zori sparsi per il paese. Pacata ma decisa, ferma ma "dialogante". Davvero un ottima impressione.
Per altro "me so innammorato"!
m'è piaciuta la citazione di Arte "chi non è comunista a vent'anni non ha cuore, chi lo è a quaranta non ha cervello" ! A vent'anni bisogna essere eccessivi, intransigenti, estremisti perchè c'è tempo per "moderare", mitigare, fare sintesi. E poi mi chiedevo: cosa vuol dire essere moderati? E' forse moderato il papa che dice "il profilattico non serve anzi è dannoso"!?! L'estremismo è una forma di infantilismo, è un modo per dire "ho ragione io e non voglio mediare le mie opinioni con nessuno"; è l'approccio alla politica di una sola categoria di persone: quelle che non hanno nulla da perdere. Per l'esperienza di vita ed anche per quella del mondo virtuale mi sono fatto una convinzione: l'"animale di sinistra", il "duri e puro", quello che non accetta mai compromessi è, nella gran parte dei casi, il "garantito", quello che può permettersi di essere intransigente (spesso solo con gli altri, dico io). Chi ha bisogno di sopravvivere, mangiare, pagare le bollette, molto spesso deve "moderare" le sue idee, deve mediare, deve accettare compromessi. In modo esplicito, fortunatamente e per una nobile ragione. Oliviero Diliberto è un professore universitario,figlio di una famiglia della buona borghesia cagliaritana, insegna Diritto Romano alla Sapienza ed è solo un esempio, ne potrei citare molti altri. La sinistra italiana ha perso il contatto con la società credendo un un mondo che non esiste più e questo è un difetto che si porta dietro da molti anni, quello di pensare di essere nel giusto e che tutto il resto del mondo sbaglia; il che potrebbe anche essere vero, ma non risolve il problema di governare i processi di cambiamento ma , semmai, di subirli. Io penso che la politica sia soprattutto l'arte di comporre interessi apparentemente lontani, conciliare esigenze spesso solo apparentemente divergenti. Non ricordo chi disse " Non bisogna combattere la ricchezza ma la povertà", una certa sinistra, e ripeto "una certa", per troppi anni ha considerato la ricchezza un nemico da combattere perdendo di vista il vero obiettivo sul quale concentrare tutti gli sforzi. Il "compromesso" è una virtù che avvicina due parti per un obiettivo comune e rende più forti entrambi, qualcuno,anni fa, aveva intuito quanto fosse davvero rivoluzionario questo metodo ma, ahimè il destino ce l'ha voluto togliere. Ci sarebbe ancora molto da dire, ma non voglio abusare del tuo spazio, magari ci farò un post ad hoc.
Ma davvero è "giusto" tutto ciò che è marginale?
Ma non è che chi si ritiene "comunista" o "fascista" è solo un arrogantello che non ha imparato niente da 1 secolo di storia passata, da orrori indicibili, da fosse comuni e similaria?
Sono davvero "valori" quelli che ti lasciano con le mani lorde di sangue?
Cordialità
Attila
Vedi anche Paolo Virzì, "Caterina va in città". E "Il Comunista" di Morselli, grande e profetico libro sui destini della sinistra.
Sono d'accordo con Oscar. Per mantenere intatti i propri ideali, non resta che rimanere idealista. Fuori dal mondo. Teorico. Ma sono d'accordo anche con Crazy: la sinistra i propri ideali non se li ricorda più, ergo, rimane un'idealista senza ideali, che è come dire un corpo senza anima.
@unodicinque. Essere professori universitari ed appartenere alla buona borghesia cagliaritana non è una colpa. Semmai è ancora più apprezzabile chi, pur non avendone necessità, si batte per i diritti degli altri. Mi sembra, e non è da te, sentir parlare certi populisti per cui i comunisti devono essere necessariamente poveri e straccioni e le femministe ci devono avere i peli sulle gambe. Mi ricordo che molti anni fa quando dicevo che ero comunista e abitavo a Via Tagliamento seguiva un coro di OHHHHHHH! E invece, come tu ben sai, è stato molto più difficile fare i comunisti ai Parioli che a Tiburtino III. E' vero d'altra parte che bisogna necessariamente mediare per avere una speranza di levarsi dalle palle il Cavaliere. Dipenderà sempre se vogliamo perdere a sinistra per guadagnare al centro o viceversa; come dice Artemisia: qual'è il punto oltre il quale? Mi sembra per esempio che un leader come Zapatero abbia fatto cose molto coraggiose senza essere un estremista; perchè noi italiani non siamo più in grado di produrre uomini così e dobbiamo tenerci i Rutelli e le Binetti?
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