domenica 11 ottobre 2009
Nuove lame vecchie trame
Io adoro, semplicemente adoro Allen.
Però è innegabile che il 75% dei suoi film potrebbe essere riassunto così: bruttino nevrotico incontra donna bellissima che potrebbe cambiargli la vita ma alla fine la nevrosi vince.
Comunque "Basta che funzioni" è notevolissimo. Ma io non faccio testo. Adoro Allen.
La solitudine, lo sai...
Credo fortemente che la solitudine sia una delle cose più sottovalutate dalla società in cui viviamo. Anzi, direi che è persino disprezzata.
Io credo invece a ciò che diceva Sant' Agostino: "Beata solitudo, sola beatitudo".
Ora, forse il santo del nordafrica esagerava un po', ma di certo noi esageriamo nel senso opposto.
Ci sono un sacco di cose nella vita di ogni giorno che fondamentalmente hanno la funzione precipua di non farci rimanere soli.
Uno fra tutti mi viene in mente il cellulare, ma in realtà sappiamo tutti di cosa sto parlando.
E invece la solitudine è una vera bendizione divina.
Ci sono stati qui i miei amici, abbiamo riso, abbiamo scherzato, abbiamo bevuto birra. Ma ora, solo, mi sembra di essere davvero libero. La mia indole ed il mio umore, al momento entrambi un po' mutangheri,possono prendersi finalmente la loro rivincita, la mia voglia di silenzio è soddisfatta.
Se riuscissi anche a venire a patto con i miei pensieri sarebbe bellissimo, ma qupsto...bè, forse sarebbe chidere troppo.
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mercoledì 30 settembre 2009
Vi amo tutti!
Lo sapete che vi amo tutti, no!?
Però...però...però...
Vorrei tanto scrivere:del convegno (che bello!), dell' esame di dottorato che si avvicina (che brutto!), della storia che va a gonfie vele (che dolce!), dell' esperimento che sta finalmente partendo (che fifa!), della convivenza col fratellino (che spettacolo!).
Ma sono svogliato e stanco. E mi vergogno, perchè lo so che anche voi probabilmente lo siete (stanchi, dico, non svogliati), eppure trovate lo stesso la forza !
Che dire, a mio discapito vi fo vedere che faccia c ho a fine giornata...
Però...però...però...
Vorrei tanto scrivere:del convegno (che bello!), dell' esame di dottorato che si avvicina (che brutto!), della storia che va a gonfie vele (che dolce!), dell' esperimento che sta finalmente partendo (che fifa!), della convivenza col fratellino (che spettacolo!).
Ma sono svogliato e stanco. E mi vergogno, perchè lo so che anche voi probabilmente lo siete (stanchi, dico, non svogliati), eppure trovate lo stesso la forza !
Che dire, a mio discapito vi fo vedere che faccia c ho a fine giornata...
sabato 19 settembre 2009
Il fascino discreto della borghesia satanica
Qualche sera fa, in preda ad un delirio cinematografico ed oppresso da cupa eppur piacevole solitudine, mi sono sparato in rapida sequenza "Il fascino discreto della borghesia" e "Rosemary's Baby".
Del primo non saprei neanche bene cosa dire. Film immenso nella sua raffinata semplicità. Film che merita e necessita sicuramente di più di una visione. Certamente di primo acchitto si rimane affascinati dalle singole scene, più che dall' insieme. E dal talento visionario e visuale di Bunuel. E certamente si gode del ironico contrasto sempre presente fra le pedanti buone maniere di questi signori benpensanti, e i loro traffici di cocaina, i loro tradimenti, la loro sessualità malata.
Certo Bunuel parla di una borghesia che oramai è quasi scomparsa. In un mondo in cui praticamente tutti sono borghesi, quasi nessuno lo è più in quel senso. Diciamo che abbiamo perso anche le buone maniere e la velata ipocrisia di quella classe, spesso mantenendone inalterati i vizi. Come dire, nessuno direbbe più "Ecco, avete appena visto come non deve essere bevuto un Martini Dry"...ma forse siamo tutti un po' più cafoni. E' strano che la mia lettura sia esattamente l' opposto di quella di Bunuel, ma lui non ha fatto in tempo a vedere la borghesia di la da venire.
Strano accostamento, dopo "Il fascino..." quello di "Rosemary's baby", ma forse non così tanto. Il film può avere due chiavi di lettura. Anzi, facciamo tre. La prima è quella dell' ottimo thriller-horror, quasi investigativo, direi. Oltre che quella dell' ottimo film in quanto a tecnica cinematografica e recitazione (Mia Farrow e Cassavetes, mica Boldi & De Sica!). La seconda è certamente quella dell' investigazione sulla maternità. Rosemary vuole disperatamente il suo bambino (che incerta sul sesso com è, chiama "Sarah-o-Andy"), è disposta a fuggire persino dal marito che crede in combutta con la congrega pur di salvarlo. Ma in realtà al suo bambino non vogliono fare del male, anzi, lo vogliono adorare, figlio com è del demonio. E quando lei scopre l' amara realtà sarà il suo istinto materno a prevalere, piuttosto che la sua educazione cattolica ("Non ti chiedo di condividere la nostra fede, ma solo di essere la madre di tuo figlio", le dice il capo della congrega).
C' è poi la terza chiave di lettura. Il film è del '68. E mi son chiesto: ma con tutto quello che succedeva nel '68, Polanski, non aveva altra storia da racconatare che questa? Forse una sorta di rifugio fantastico dalla realtà sociale così tesa di quegli anni? Poi ho fatto caso che nel film, la congrega, è composta da anziani signori, distinti, borghesi. Che non fanno altro che far la calza, apparecchiare la tavola come si deve, offrire the e dolcetti. Niente freaks, niente giovinastri: una accolita di anziani perbenisti con l' hobby del demonio. E allora, credo, eccolo il messaggio più nascosto del film: Polanski voleva indicare come fosse davvero il male, allora, e chi realmente fosse.
Certo è ironico constatare che abbia poi dovuto scoprire, a spese sue e soprattutto della povera Sharon Tate, che a volte il male ha anche l' aspetto di un freak dai capelli lunghi e gli occhi spiritati. Ma questa è un altra storia...
Del primo non saprei neanche bene cosa dire. Film immenso nella sua raffinata semplicità. Film che merita e necessita sicuramente di più di una visione. Certamente di primo acchitto si rimane affascinati dalle singole scene, più che dall' insieme. E dal talento visionario e visuale di Bunuel. E certamente si gode del ironico contrasto sempre presente fra le pedanti buone maniere di questi signori benpensanti, e i loro traffici di cocaina, i loro tradimenti, la loro sessualità malata.
Certo Bunuel parla di una borghesia che oramai è quasi scomparsa. In un mondo in cui praticamente tutti sono borghesi, quasi nessuno lo è più in quel senso. Diciamo che abbiamo perso anche le buone maniere e la velata ipocrisia di quella classe, spesso mantenendone inalterati i vizi. Come dire, nessuno direbbe più "Ecco, avete appena visto come non deve essere bevuto un Martini Dry"...ma forse siamo tutti un po' più cafoni. E' strano che la mia lettura sia esattamente l' opposto di quella di Bunuel, ma lui non ha fatto in tempo a vedere la borghesia di la da venire.
Strano accostamento, dopo "Il fascino..." quello di "Rosemary's baby", ma forse non così tanto. Il film può avere due chiavi di lettura. Anzi, facciamo tre. La prima è quella dell' ottimo thriller-horror, quasi investigativo, direi. Oltre che quella dell' ottimo film in quanto a tecnica cinematografica e recitazione (Mia Farrow e Cassavetes, mica Boldi & De Sica!). La seconda è certamente quella dell' investigazione sulla maternità. Rosemary vuole disperatamente il suo bambino (che incerta sul sesso com è, chiama "Sarah-o-Andy"), è disposta a fuggire persino dal marito che crede in combutta con la congrega pur di salvarlo. Ma in realtà al suo bambino non vogliono fare del male, anzi, lo vogliono adorare, figlio com è del demonio. E quando lei scopre l' amara realtà sarà il suo istinto materno a prevalere, piuttosto che la sua educazione cattolica ("Non ti chiedo di condividere la nostra fede, ma solo di essere la madre di tuo figlio", le dice il capo della congrega).
C' è poi la terza chiave di lettura. Il film è del '68. E mi son chiesto: ma con tutto quello che succedeva nel '68, Polanski, non aveva altra storia da racconatare che questa? Forse una sorta di rifugio fantastico dalla realtà sociale così tesa di quegli anni? Poi ho fatto caso che nel film, la congrega, è composta da anziani signori, distinti, borghesi. Che non fanno altro che far la calza, apparecchiare la tavola come si deve, offrire the e dolcetti. Niente freaks, niente giovinastri: una accolita di anziani perbenisti con l' hobby del demonio. E allora, credo, eccolo il messaggio più nascosto del film: Polanski voleva indicare come fosse davvero il male, allora, e chi realmente fosse.
Certo è ironico constatare che abbia poi dovuto scoprire, a spese sue e soprattutto della povera Sharon Tate, che a volte il male ha anche l' aspetto di un freak dai capelli lunghi e gli occhi spiritati. Ma questa è un altra storia...
martedì 8 settembre 2009
sabato 5 settembre 2009
Il lupo
Ho un lupo. Una volta lo portavo in giro, sapete. Con una certa nonchalance. Ero convinto che fosse un animale come un altro. Sapevo benissimo che poteva essere pericoloso, Cristo, era un lupo! Ma pensavo che, essendo il mio lupo, non fosse poi così cattivo. E quindi, appunto, me lo portavo dietro. A volte col guinzaglio, a volte lo lasciavo persino libero, senza guinzaglio ne museruola. La gente non lo trovava poi così strano, ad alcuni piaceva persino il mio lupo. E' una storia vecchia: pericolo e fascino. In un modo o nell' altro la conosciamo tutti. Pericolo e fascino.
Poi le cose si sono un po' complicate. Perchè il lupo mi metteva nei guai. Mordeva, ringhiava. E tirava al guinzaglio. Uh, se tirava. E credetemi, non era un tipo da lasciarsi mettere il collare a strozzo. Non gli garbava per niente essere strattonato.
Quindi, dicevo, il lupo mi metteva nei guai. E soprattutto, spaventava alcune persone. A volte persone che mi erano molto vicine. Persone a cui volevo e voglio molto bene.
Io cercavo di spiegare loro che in fondo, anche se con gli artigli ed i denti aguzzi, per Dio, era il mio lupo! E tanto cattivo non era, in fondo. Loro dicevano che ero io a non capire, e che l' affetto che nutrivo per la simpatica bestiola non mi permetteva di vedere che razza di carogna bastarda fosse in realtà. E se ne andavano.
Alla fine venne la volta che quel bastardo dal pelo grigio morse me. Gesù, me! Il suo padrone, quello che gli dava i bocconi scelti, e lo portava in giro per il mondo.
E' stato allora che ho cominciato a pensare di disfarmene. Ma capirete anche voi che non è così semplice disfarsi di un lupo. L' ENPA non lo prende mica un lupo. Specie uno viziato come il mio. Abbandonarlo in autostrada non mi sembrava una buona idea, sia per ragioni morali che per motivi pratici. In più ha sempre sofferto il mal d' auto, quel maledetto dagli occhi gialli. Arrivai al punto di pensare, bè, facciamola finita. Una fucilata e via. Poi lo sotterro da qualche parte e buonanotte al secchio.
Ci sono arrivato molto vicino. Eravamo lì, io da una parte e lui all' altra estremità del fucile. Il mio sguardo scorreva lungo la canna, arrivava al mirino e finiva dritto nei suoi occhi gialli. E semplicemente non ce l' ho fatta. Perchè per quanto quel canide infido dalle orecchie a punta fosse, per l' appunto infido e maligno, mi aveva sempre dato il destro per un paio di sghigni di quelli buoni. Si insomma, avevamo passato bei momenti assieme. Non riuscivo a premere il grilletto.
Allora l' ho messo in cantina. E' chiuso a chiave. Gli do da mangiare, poco. Poco perchè voglio che resti deboluccio. Sì perchè la porta della cantina non è poi così resistente. E lui è forte, molto forte. Per cui un po' di carne ogni tanto, giusto perchè non crepi. Ma non abbastanza perchè possa avere velleità di fuga.
Perchè, vedete, sono sicuro che lui non avrebbe i miei stessi scrupoli. Sono convinto che a dargliene l' occasione quella bestiaccia mi affonderebbe le fauci nel collo con immenso piacere. E io ci tengo al mio collo. Così com è, senza sfiatatoi aggiuntivi.
Vi devo confessare una cosa. Ogni volta che scendo in cantina per dargli quel po' di carne, ho paura. Perchè di tanto in tanto mi viene voglia di riportarlo un po' a spasso il mio lupo. Vai poi a sapere perchè.
domenica 30 agosto 2009
No news, good news!
Spronato da una blogger di cui non farò il nome (la chiameremo per comodità Valeriasprona) son qui a darvi ragguagli.
Che dire, il ritorno in una Roma deserta ed infuocata è stato duro, ma anche piacevole.
Ho trovato ad aspettarmi una casa vuota che inizialmente sembrava respingermi (per questo passavo quasi tutta la giornata fuori, per non parlare delle notti), ma piano piano la cosa migliora, e cerco di mettere tutto nella giusta luce. Spostare oggetti, modificare assetti non è una mancanza di rispetto: la casa sarà, per un po', casa mia, e l' unico modo per convicerci bene (e per convivere anche col ricordo di JJ) non è certo renderla un mausoleo. Ciò non toglie che sto molto più dietro alle piante sul balcone ora che lei non c è di quando era qui a "ricordarmi" amorevolmente di farlo. Che poi queste mie cure non abbiano molto successo è un altro paio di maniche (credo che col clima dell' ultima settimana le uniche piante con una certa speranza di vita sul balcone siano i cactus).
L' altra grossa novità è che mi sono pesato, e sono finalmente venuto a sapere quanto lardo mi porto addosso. Ora, non vi dirò il numero preciso, ma diciamo che peso meno di Bisteccone Galeazzi, ma più di Kate Moss, anzi, mettiamola così, peso molto più di Kate e non molto meno di Giampiero. Per questo è scattata l' operazione dieta. In una settimana ho perso un chilo e mezzo, ma anche un sacco di buon umore nel mettermi a tavola, data la costante presenza sulla stessa di bresaole e ricotte varie! L' altro problema legato alla dieta è che mi sto svenando per comprare le chilate di verdure che utilizzo per saziare il mio povero stomaco. Però sono diventato un esperto nella scelta e nella pulizia delle verdure stesse...ed ho capito perchè i fagiolini già puliti costano molto di più degli altri!
Al lavoro le cose vanno, mi aspetta un settembre nero, fra esami di stato, presentazioni a congressi, studio per l' esame di dottorato e soggetti da testare. Ma come giustamente mi ha fatto notare un amico, c è davvero da lamentarsi quando uno non ha niente da fare, perchè vuol dire che le prospettive sono poco rosee.
Nel frattempo ho rivisto una ragazza che avevo cominciato a frequentare prima della pausa estiva. Le cose vanno bene, e direi che ormai la storia è derubricabile dalle "tresche" per entrare nel magico mondo delle "storie serie". La qual cosa mi spaventa un po', dato che mi ero abituato a scansare di brutto i sentimenti. Però è vero anche che chi non risica non rosica, e lei mi fa avere dei pensieri che non avevo da molto tempo. Uno di questi mi è venuto in mente l' altra sera in macchina, in ritorno da Ostia. Eravamo sul sedile di dietro, e ad un certo punto lei si è ranicchiata su di me e si è addormentata. Mi è venuto da pensare che per un uomo "grosso" come me è bello avere una ragazza "piccolina" (e lei lo è) perchè è come se questo riuscisse a dare un senso alla nostra grossezza:siamo grossi per poter accogliere lei, in tutta comodità.
E su questa nota da bacio perugina vi saluto e vi abbraccio. Spero solo di non far passare altri venti giorni!
Che dire, il ritorno in una Roma deserta ed infuocata è stato duro, ma anche piacevole.
Ho trovato ad aspettarmi una casa vuota che inizialmente sembrava respingermi (per questo passavo quasi tutta la giornata fuori, per non parlare delle notti), ma piano piano la cosa migliora, e cerco di mettere tutto nella giusta luce. Spostare oggetti, modificare assetti non è una mancanza di rispetto: la casa sarà, per un po', casa mia, e l' unico modo per convicerci bene (e per convivere anche col ricordo di JJ) non è certo renderla un mausoleo. Ciò non toglie che sto molto più dietro alle piante sul balcone ora che lei non c è di quando era qui a "ricordarmi" amorevolmente di farlo. Che poi queste mie cure non abbiano molto successo è un altro paio di maniche (credo che col clima dell' ultima settimana le uniche piante con una certa speranza di vita sul balcone siano i cactus).
L' altra grossa novità è che mi sono pesato, e sono finalmente venuto a sapere quanto lardo mi porto addosso. Ora, non vi dirò il numero preciso, ma diciamo che peso meno di Bisteccone Galeazzi, ma più di Kate Moss, anzi, mettiamola così, peso molto più di Kate e non molto meno di Giampiero. Per questo è scattata l' operazione dieta. In una settimana ho perso un chilo e mezzo, ma anche un sacco di buon umore nel mettermi a tavola, data la costante presenza sulla stessa di bresaole e ricotte varie! L' altro problema legato alla dieta è che mi sto svenando per comprare le chilate di verdure che utilizzo per saziare il mio povero stomaco. Però sono diventato un esperto nella scelta e nella pulizia delle verdure stesse...ed ho capito perchè i fagiolini già puliti costano molto di più degli altri!
Al lavoro le cose vanno, mi aspetta un settembre nero, fra esami di stato, presentazioni a congressi, studio per l' esame di dottorato e soggetti da testare. Ma come giustamente mi ha fatto notare un amico, c è davvero da lamentarsi quando uno non ha niente da fare, perchè vuol dire che le prospettive sono poco rosee.
Nel frattempo ho rivisto una ragazza che avevo cominciato a frequentare prima della pausa estiva. Le cose vanno bene, e direi che ormai la storia è derubricabile dalle "tresche" per entrare nel magico mondo delle "storie serie". La qual cosa mi spaventa un po', dato che mi ero abituato a scansare di brutto i sentimenti. Però è vero anche che chi non risica non rosica, e lei mi fa avere dei pensieri che non avevo da molto tempo. Uno di questi mi è venuto in mente l' altra sera in macchina, in ritorno da Ostia. Eravamo sul sedile di dietro, e ad un certo punto lei si è ranicchiata su di me e si è addormentata. Mi è venuto da pensare che per un uomo "grosso" come me è bello avere una ragazza "piccolina" (e lei lo è) perchè è come se questo riuscisse a dare un senso alla nostra grossezza:siamo grossi per poter accogliere lei, in tutta comodità.
E su questa nota da bacio perugina vi saluto e vi abbraccio. Spero solo di non far passare altri venti giorni!
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