mercoledì 25 febbraio 2009

Quando l' idiozia diventa arte (Il post un tempo conosciuto come "John Lennon era uno spocchioso rompicoglioni")


Dopo essermi fatto sanguinare le orecchie con "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" e "Abbay Road", ho da poco deciso di buttarmi anima e corpo (e orecchie) sul terzo grande parto dei quattro bacarozzi, l' album omonimo "The Beatles", conosciuto come "Withe Album", per via della copertina interamente bianca, con la scritta "The Beatles" stampigliata in rilievo. Questo album mi aveva sempre un po' spaventato sia per la lunghezza (è un doppio dalla lunghezza complessiva di circa un' ora e mezza), sia perchè passa un po' per essere assieme l' album più intellettuale e più "maledetto" dei Fab Four: il fatto che sia conosciuto come l' album più intellettuale è probabilmente frutto dell' inserimento della simpatica, orecchiabile ed assolutamente gustosa "Revolution n.9" (spero che sia chiara l' ironia), il fatto che sia "maledetto" è legato, come certo saprete, alle gesta epiche del Sor Charles Manson e dalla sua pessima idea di scrivere sui muri un paio di titoli di canzoni di questo album (Helter Skelter e Piggies) con il sangue delle sue vittime.
Ora, direi che questi due miti sono assolutamente da sfatare. E per sfatarli entrambi mi basta dire una cosa sola: forse non tutti sanno che il bianco è anche l' album di "Obladi-Oblada". Ora. Io posso anche capire che ti venga voglia di uccidere qualcuno ascoltando Revolution n. 9 (in particolare ti viene voglia di uccidere Lennon, ma questa è un altra storia); ma ascoltando Obladi-Oblada ?! E Bungalow Bill, Rookie Racoon, Wild Honey Pie ?? Infatti se si escludono alcuni brani assolutamente seri e profondi (Dear Prudence, While My Guitar Gently Weeps, Happiness is a Warm Gun, Marta my Dear e Revolution) la mia interpretazione dell' album bianco è che sia una grande opera burlesque. Paul ha preso il sopravvento, con la sua ironia e semplicità, ed ha deciso di dare tutto se stesso in un album che facesse della semplicità, dell' ironia (appunto), del divertissemante il suo punto forte. Peccato solo che John fosse li a scassare le palle con il suo impegno, ed abbia limitato l' estro di Paul. Vedete (forse non tutti sanno che, forse ho letto troppe settimane enigmistiche) John era contrario all' inserimento di Obladi-Oblada nell' album bianco, come in futuro osteggierà con tutte le forze l' inserimento di Maxwell's Silver Hammer in Abbey Road. Ora. Un sondaggio della BBC ha indicato Obladi-Oblada come la canzone più brutta di sempre, e molti non amano l' assoluto nonsense (di musica e testo) di Mawell's Silver Hammer, eppure io le trovo due fra le punte più alte di scrittura dei Beatles, e sapete perchè ? Perchè fare due canzoni così vuol dire sbattersene allegramente dei giudizi di chiunque e buttarla sul divertimento, sull' allegria, sulla gioia e bon. Niente temi sociali, niente politica, niente testo strappacuore: un refrein irresistibile che dice "come la vita va avanti" !
Tutto questo mi ha fatto venire in mente i finti dialoghi beatlesiani che io ed un amico interpretavamo qualche tempo fa. Partendo dal presupposto che John fosse il supponente rompicoglioni, Paul il figo caciarone, George il fattone in fissa con l' oriente, e Ringo la macchieta naif, i dialoghi erano più o meno questi:
Paul "Ragazzi, sentite sto pezzo che mi è venuto in mente: Bang bang maxwell's silver hammer come down upon her head, dududududu, ding ding maxwell's silver hammer make sure that she was dead uououououou"
John "Fa cagare ! Non ha classe ! Non ha stile ! Dov è il proletariato, dov è la pace nel mondo ? Dov è l' impegno politico, civile, umano che da sempre ci contraddistingue a me ?"
George: "Ma dai John, non è così male, poi magari sotto ci si mette un po' di bognhetti, due sitar..."
John "Sta zitto tu, caricati il bong e non rompere i coglioni ! Sei bono solo a dire om !"
George "Ma John io..."
John "Zitto, devi stare zitto ! Fatte una meditata e non ti intromettere nei discorsi degli adulti !"
Ringo "John, ma dai, siamo tutti amici qui e..."
John "Tu ! Tu, inutile percussionista ! Hai scritto due pezzi, i due peggiori pezzi della nostra discografia mia ! Vai a dare due colpi alla cassa e sta zitto !"
Ringo "Ma...ma..."
John "Ancora ! Guarda che richiamiamo quello di prima, quel pazzo che se ne è andato appena prima di i want to hold your hands ! Tanto per quello che serve a noi un batterista potrei chiamare la mia scimmia (quella che non ha niente da nascondere) e andrebbe bene lo stesso ! Fatte na scopata e basta !!"
Paul "Dai John, ricordati che ti abbiamo fatto mettere revolution n 9 sul bianco...per non parlare di quella volta che abbiamo fatto vincere te e yoko al trivial pursuite, sebbene lei, alla domanda "Qual è la nazione più estesa del mondo" rispondesse dicendo "E' la nazione dei lavoratori sfruttati dalle logiche assassine del capitale internazionale pluto-giudo-liberal-massonico, così come una cicca spenta in un pisciatoio viene spazzata via dal fluire libero delle acque di scolo, come lo scolo che aveva il cane che ieri ho dipinto di nero a simboleggiare il lutto della natura di fronte al tradimento del suo figlio prediletto l' uomo." !
John "Va bè, dai, passi per sta merda !"
E così via.
Ecco due delle chicche che John osteggiava.




lunedì 23 febbraio 2009

Povia pippa !


Come diceva Micio, l' indimenticabile personaggio interpretato da Claudio Bisio in Mai dire gol: "Dai retta a un cretino !". Povia pippa. E' palese, pacifico, chiaro, limpido, trasparente. Povia pippa. Ma pippa così tanto che in confronto Lapo Elkan è uno che fa pubblicità progresso contro la droga, pippa così tanto che Maradona, intervistato sull argomento ha asserito "Povia ? Povia esagera !", pippa così tanto che l' ultima volta che ha provato a smettere il PIL della colombia ha perso 15 punti percentuali, pippa così tanto che ha comprato il tavolo da pranzo con le prolunghe ma non ha mai ospiti, pippa così tanto che i cani antidroga lo fermano anche quando non ha niente addosso. Insomma, date retta ad un cretino, Povia pippa! Ma a me non me ne frega una benemata minchia se Povia pippa ! Bob Marley si strafaceva di bongi fin dal mattino, Jimy Hendrix era un consumatore abituale di LSD, Janis Joplin e John Lennon si facevano di eroina, Mick Jagger e Keith Richards si sono otturati il naso ed il cervello a forza di pippare coca. Però cazzo tutta questa gente c ha lasciato dei capolavori. Si drogavano, sì, però erano dei grandi artisti. Lo sarebbero stati senza droga ? Non lo so ! Povia farebbe cagare anche se non pippase più del folletto Worker di mia madre ? Assolutamente sì.
Ebbene sì. Ho ascoltato la sua canzoncina. Che mi dicono essere arrivata terza a Sanremo (con il televoto, il che vuol dire che l' ha votato la ggggggggggente). Ora, non discuterò del fatto che musicalmente fa "rate al cazzo" (strano come alcune espressioni gergali siano a volte più appropriate di quelle della lingua italiana), perchè è sotto gli occhi di chiunque che in quanto a melodia, ritmo, arrangiamento e simili, sembra scritta da un incrocio fra Fabri Fibra, MondoMarcio e J Ax degli Articolo 31 più scemi del solito. Ma il testo, per dio, il testo ? Vi prego, fermatevi a leggerlo attentamente. Avete mai letto o sentito un cumulo di banalità ed ovvietà peggiore di questo (a parte che nei discorsi di Benny XVI)?
La madre oppressiva, il padre assente, l' uomo più grande, il rapporto impostato solo sul sesso, i tradimenti inevitabili nelle coppie gay (come se le coppie etero fossero diverse), Freud che "non la pensava uguale" (chissà che santo bisogna ringraziare per il fatto che Freud non è più il centro nevralgico della psichiatria internazionale almeno da trent anni ?)...
Va bene, basta, sì, è uno sfogo, lo ammetto...ma questo quì piace !!! Gente: questo piace !!!!!!!!!!!!
Bon, adieu. Vado ad ascoltarmi un bel pezzo dei Queen, adesso, che Freddy era un frocione, ma almeno era un cantante vero. Io sarei disposto ad avere il culo di Mercury per essere un artista di quel livello, lo stesso non si può dire del culo di Povia !




1^ STROFA:
Luca dice: prima di raccontare il mio cambiamento sessuale volevo chiarire che
se credo in Dio non mi riconosco nel pensiero dell’uomo che su questo
argomento è diviso,non sono andato da psicologi psichiatri preti o scienziati sono andato nel mio passato ho scavato e ho capito tante cose di me mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo mai a parlare stava fuori tutto il giorno per lavoro io avevo l’impressione che non fosse troppo vero mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere
mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità
delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa
2^ STROFA:
sono un altro uomo ma in quel momento cercavo risposte mi vergognavo e le
cercavo di nascosto c’era chi mi diceva “è naturale” io studiavo Freud non la
pensava uguale poi arrivò la maturità ma non sapevo che cos’era la felicità un uomo grande mi fece tremare il cuore ed è li che ho scoperto di essere omosessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era e io credevo fosse amore sì
con lui riuscivo ad essere me stesso poi sembrava una gara a chi faceva meglio
il sesso e mi sentivo un colpevole prima o poi lo prendono ma se spariscono le prove poi lo assolvono cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini per
non tradire mia madre
SPECIAL:
Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci
tradivamoio cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità
poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che non c’entrava niente lei mi
ascoltava lei mi spogliava lei mi capiva ricordo solo che il giorno dopo mi
mancava questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guatigione
caro papà ti ho perdonato anche se qua non sei più tornato mamma ti penso spesso ti voglio bene e a volte ho ancora il tuo riflesso ma adesso sono padre e sono innamorato dell’unica donna che io abbia mai amato


Dai, per tirarvi su vi regalo la versione di Elio e le storie tese, come sempre ineccepibili:

sabato 21 febbraio 2009

A fratè, che c' hai du scudi de connessione ?


Per i non romanofoni, e per quelli che, pur romanofoni, non hanno mai avuto modo di entrare in contatto col mondo del piccolo spaccio di droghe leggere, "Fratè c' hai du scudi ?" è stata per anni, prima dell' avvento del euro, la frase canonica con cui chiedere al buon uomo di turno se fosse disposto a cedervi una modica qauntità di fumo in cambio di "du scudi", ovvero due banconote da 5000 lire, pari a lire 10000. Ora c è l' euroscudo, gli devi dare dieci euro pari a lire 20000 circa, e te ne danno pure meno, ma questa è un' altra storia, e dimostra come il mondo degli accannati non è stato esente dagli effetti dell' inflazione.
Comunque tutto questo per dire che ieri pomeriggio c' è stato un problema con le connessioni tiscali del centro italia, e sono rimasto circa sei ore senza internet.
Quando leggo sui giornali delle "dipendenze da internet" solitamente faccio un sorrisetto; mi sono reso conto che è lo stesso sorrisetto che fa l' alcolista incallito quando gli parlano di astinenza, finchè ha la bottiglia di Fernet Branca piena.
Ieri pomeriggio avrei pagato sti famosi du scudi anche solo per dieci minuti di connessione: sembravo un pazzo totale. Staccavo e riattacavo spine, resettavo modem, router, computer. Scambiavo prese del telefono, soffiavo in orifizi analogici, lanciavo moccoli digitali. Mi sembrava che mi mancasse un braccio !
E volete sapere la cosa più divertente: al di la del mandare una mail abbastanza importante alla Prof., cosa che ho potuto fare oggi con tutta calma e tranquillità, non avevo nessun bisogno reale e pressante della connessione. Il fatto è che lo studio mi sembrava più piccolo, le pareti troppo vicine ed il mio portatile nient altro che una macchina da scrivere particolarmente sofisticata !
E così ho capito: sono un po' dipendente da internet. Senza quei cinque minuti (che poi diventano titaniche mezz' ore) ogni oretta di studio/scrittura/lavoro a controllare la mail, spulciare un po' su facebook, controllare se ci sono nuovi post di amici o commenti ai miei, non so starci, mi viene l' orticaria. Per fortuna oggi la connessione è tornata, io cazzeggio quanto voglio ed è scongiurata una bella crisi di astinenza !

martedì 17 febbraio 2009

Io non posso scappare da me stesso...




So many feelings
end up in here
left so alone I'm with
oh, an atmoshere
I'm sick and I'm tired
of reasoning
just want to break out
shake off this skin

I can't escape myself

All my problems
lume larger than life
I can swallow another slice
Seems like my shadow
marks every strike
can't learn to live with
what's trapped inside

I can't escape myself

So many feelings
end up in here
left so alone I'm with
oh, an atmoshere
I'm sick and I'm tired
of reasoning
just want to break out
shake off this skin

I can't escape myslef

lunedì 16 febbraio 2009

Ammissioni...


Lo ammetto. Ho il vuoto pneumatico nel cervello. Non so cosa scrivere, nulla mi interessa o mi intriga ultimamente. Ed è gia qualcosa da scrivere, no ? Spero di tornare presto logorroico come sempre.

martedì 10 febbraio 2009

Paradossi




Morire di sonno, e non aver voglia di dormire...

Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo...



Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.

lunedì 9 febbraio 2009

Adesso ho capito !


Bel bello ascoltavo Abbey Road, dei quattro ragazzetti liverpoolesi che cambiarono la storia della musica, quando ho afferrato perchè ho tanti problemi a trovare una ragazza: trovo che la seguente sia una delle canzoni più romantiche ed insieme più ironiche di sempre, il mio sogno è trovare una ragazza che la pensi come me su questa canzone. Sarà molto difficile !



Credo che inizialmente fosse rivolta ai genitori, ma l' ho sempre trovata più adatta ad una ragazza...
Va bhe, tanto per dire...

domenica 8 febbraio 2009

Il noise, Jesus and Mary Chain ed il piacere di rispondere sì a chi dice "Questa non è musica, è rumore"

Potrei scrivere di tante cose in questo momento, potrei tirare fuori lo schifo e la rabbia che ho dentro. Ma non voglio. Dentro di me stanno fermentando passioni e moti così intensi, oscuri, mordenti che so che le mie parole non sarebbero coerenti, rispecchiando solo il coacervo di disgusto che i casi pubblici dell' ultima settimana hanno fatto nascere in me.
Così, in maniera molto borghese, per scordare l amarezza del momento, parlerò d arte, di musica, i miei post che hanno meno successo in assoluto, ma bene così.
Per questo post vorrei partire dalle parole di Blixa Bargeld, leader del gruppo Einsturzende Neubauten (traducibile pressapoco come "il crollo dei nuovi palazzi"), band che irrompe nei primi anni ottanta sulla scena musicale, traghettando il punk anarchico nel folle circo della musica industrial: "non mi piace essere definito un musicista, io non lo sono, credo ci siano fin troppe note nell' aria". Detto da uno che nei dischi usava martelli pneumatici, lamiere, flessibili, tubi d acciaio e simili, ci si può anche credere. Quella dei (primi) Einsturzende è musica al grado zero, destrutturata al massimo, per certi versi volutamente inascoltabile (se trovo uno che ha ascoltato Kollaps,l album, dall' inzio alla fine più di una volta gli mando un mazzo di fiori e la neuro), fastidiosa, rumorista (noise), è l' unica musica che rispecchia fino in fondo l età industriale in cui si vive. L idea è che si debba andare ancora oltre la dodecafonia, che propugnava si nuove armoniche, ma pur sempre armoniche, pur sempre note e accordi, per raggiungere il suono pure, anche laddove questo si fa rumore.






Adesso, non è che pretendo che vi ascoltiate otto minuti di Kollaps, è giusto per far capire di cosa parlo (e vi assicuro che non è il pezzo più duro dell' album, direi anzi che ha delle concessioni melodiche qui e la).
Bon, questo per dire cosa sia il grado estremo del noise.
Però c è chi ha costruito qualche sovratruttura, pur attenendosi all idea di fondo che si possa fare musica attraverso l impatto del suono puro piuttosto che con gli accordi.
Siamo a metà degli anni ottanta, e dalla Scozia una band fa parlare di se. La stampa britannica specializzata, che ha una vera passione per le etichette, osservando il loro modo di presentarsi al pubblico chiuso al contatto, fissandosi apparentemente le scarpe, ma in realtà guardando attentamente i pedali delle chitarre, li chiamerà "shoesgazer", i fissascarpe, loro e quelli come loro che verranno. Il gruppo si chiama "Jesus and Mary Chain", e vende sogni. O incubi, dipende da come li si prende. La loro idea è assieme semplice e geniale. Prendono un quarto di rabbia punk, un quarto di post-punk e darkwave, una metà di assoluta immoralità per i testi, e sopra questa miscela incendiaria ci sbattono vagonate di chitarre distorte. Ma attenzione, non distorte alla Hendrix, perchè quelle distorsioni, radicate nel blues, erano più vicine al virtuosismo del solo jazz, distorte in maniera particolare, non nei soli, non nelle note velocissime ed impazzite. Le chitarre diventano una muraglia che con effetti e riverberi, copre un cuore dolcissimo di melodie quasi pop (una specie di "oscuro cuore di panna"), nella loro semplicità e fruibilità. Si apre una scuola: dolce e amaro, o meglio dolce ed acido. Il loro primo album si chiama PsychoCandy ed ogni singola canzone trasuda una immoralità malata ma del tutto ingenua, testi scritti da una Lolita fatta di LSD.







Come potete sentire, se ne avete tempo e voglia, la loro musica è tutto fuorchè "aggredente", io personalmente la trovo, ovvio, molto piacevole, ed in queste settimane ascolto PsychoCandy una volta al giorno.
Ma oltreoceano non è che si guardano l' ombelico. C'è una band che impazza, più o meno, da qualche anno. E' di quella che verrà chiamata successivamente "no wave" new yorkese, a me piace considerarli una delle punte più alte che il noise abbia mai toccato. Si chiamano Sonic Youth, e sono venuti ad apririvi il culo. Il loro album più bello, più compiuto, più incredibilmente orgasmico (si vede che mi piacciono, vè ?) è "Daydream Nation", la nazione dei sogni ad occhi aperti, ma a sentir loro, forse non sono sogni, ma cupe visioni. Nel 1988, questi pischelletti con una sana passione per il rumore regalano al mondo sferzate di sound rabbioso, giovane, estremo, raccontando una nazione in bilico, una generazione che non ha ideali e di questo se ne sbatte teneramente, fintanto che qualcuno avrà ancora in mano una chiatarra, una nazione da "Teenage Riot", come si intitola il pezzo di apertura dell' album.



Due canzoni per capire di chi stiamo parlando:nella prima, "Silver Rocket", c è l' intermezzo noise più godurioso della storia. Dopo un paio di minuti di avvertimenti stringenti "You got it, you ride the silver rocket, can t stop it", la linee tensive che tiravano la canzone hanno la meglio, e sotto le chitarre grattate e le rullate, si vede infine il nero buco di rumore che queste cercavano di nascondere. Ma ecco il miracolo, da quel buco nero, come da una spirale, rinasce la musica, rinascono le chitarre e le rullate, nella piena consapevolezza che "bisogna avere il caos in se per partorire una stella danzante".



La seconda è "Eric's Trip", ed è emblematica del programma di questi ragazzacci newyorkesi fin dalle prime parole "I cant' see anything at all, all i see is me, that's clear enough and that's whats important, to see me". Della serie, chi vi caga, io ho il mio noise, e sto bene così. Nessun intermezzo puramente noise, ma rumore dall' inizio alla fine, chitarre grattate, effetto wa-wa a non finire, ed alla fine, la sensazione di averlo fatto davvero un viaggio con Eric.




E chissa, forse parlando un po della musica che mi fomenta di più da ultimo, ho parlato anche del coacervo di passioni di cui sopra. Io lo spero. Come spero che una certa ragazza di mia conoscenza faccia in tempo a scappare dalla sua prigione, prima che gli orchi cattivi ne rinforzino le mura.